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COSSIGA: LETTERA A BERLUSCONI, PREFERIREI NESSUNA ONORANZA PUBBLICA

(ASCA) – “Onorevole presidente del Consiglio dei ministri, nel mio testamento ho disposto che le mie esequie abbiano carattere del tutto privato, con esclusione, in quella sede, di ogni pubblica onoranza e senza partecipazione di alcuna Pubblica Autorità“. Inizia così la lettera scritta dal presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, il 18 settembre 2007 – stessa data che compare sulle altre tre missive inviate alle più alte cariche istituzionali – recapitata ieri al premier Silvio Berlusconi, e resa noto adesso da Palazzo Chigi. Una scelta, ribadiscono fonti della presidenza del Consiglio, come atto di riservatezza nei confronti della famiglia del senatore a vita, visto che il documento conteneva disposizioni relative ai funerali, che per discrezione non sono state quindi rese note in precedenza.“Qualora, dopo il mio seppellimento, le autorità competenti dello Stato decidessero una qualche forma di onoranza pubblica – che peraltro io riterrei più opportuno non avesse luogo – è mio desiderio: che in essa trovi posto un momento religioso, secondo i riti della Santa Chiesa cattolica; che il catafalco sia ornato dalla bandiera italiana e da quella tradizionale sarda; che nella rappresentanza armata siano compresi: per l’Esercito, elementi dei Granatieri di Sardegna, per la Marina, elementi dei COMSUBIN, per l’Arma dei Carabinieri e per la Polizia di Stato, elmenti rispettivamente del G.I.S e di N.O.C.S., corpi da me fondati”, si legge ancora nella lettera inviata dal presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. “Sarebbe inoltre mio desiderio – continua la missiva scritta il 18 settembre 2007 – che alle eventuali cerimonie fossero invitati il presidente della Regione della Sardegna, il presidente del Consiglio regionale sardo, nonché i sindaci di Sassari, Chiaramonti, Bonorva e Siligo. Ho dispensato, salvo loro diversa decisione, i miei familiari dal partecipare a queste onoranze e prego Lei, il presidente del Senato della Repubblica e qualunque altra autorità di non voler fare premura alcuna, ancorché certamente cortese, nei loro confronti”. “Fu per me un grande onore ed un immeritato privilegio – conclude Cossiga nella lettera recapitata ieri a Palazzo Chigi – servire la Repubblica nel governo, da sottosegretario di Stato, da ministro e da presidente del Consiglio dei Ministri: e questi miei sentimenti La prego di voler partecipare ai Suoi eminenti colleghi del Consiglio dei Ministri, unitamente alla mia ferma conferma di fede civile nella Repubblica, nella Nazione e nella Patria. Che Iddio protegga l’Italia! Voglia accogliere onorevole presidente, l’espressione della mia più alta stima”.