Toscana
In preghiera per il Papa

Il Papa sta meglio, anche se permane una grande cautela sul decorso ospedaliero. Il portavoce vaticano Navarro Valls ha annunciato che “Giovanni Paolo II si alimenta regolarmente” e che “gli esami strumentali e di laboratorio confermano la stabilizzazione del quadro clinico”. Proprio perché il quadro clinico del Papa, ricoverato al Gemelli dalle 22,50 di martedì 1° febbraio, sta migliorando, il prossimo bollettino medico è previsto per il 7 febbraio. Alle domande dei giornalisti, Navarro ha risposto che il Papa domani pomeriggio (5 febbraio, ndr) seguirà in televisione dalla sua stanza l’incontro per i seminaristi nell’Aula Paolo VI in Vaticano; il discorso preparato dal Pontefice per l’occasione sarà letto dal sostituto della Segreteria di Stato, monsignore Leonardo Sandri.
Il Vicariato di Roma ha invitato i fedeli a partecipare, domenica 6 febbraio, in piazza San Pietro, alla celebrazione della XXVII Giornata per la vita, per poter seguire – come si legge in un comunicato – anche la “recita dell’Angelus del Papa, in collegamento con il Policlinico A.Gemelli'”.
Alle centinaia di cronisti delle agenzie, dei quotidiani e delle radiotelevisioni di tutto il mondo che fin dalle prime ore dell’alba sostavano sotto le finestre del Policlinico Gemelli, il direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls, aveva detto che il Papa «non ha mai perso conoscenza» e non c’è rischio che debba essere sottoposto ad una tracheotomia. Navarro ha detto che il Papa è seguito dall’équipe medica di Rodolfo Proietti, direttore del Dipartimento di emergenza, e che rimarrà in ospedale «ancora qualche giorno» e naturalmente sulla degenza «decideranno i medici»..
“La notizia del ricovero del Papa è giunta in Iraq attraverso i media, ma date le difficili condizioni del Paese, non tutti ne sono al corrente. Ma chi ha saputo si è stretto in preghiera per la salute del Papa”. A riferirlo al Sir è il vescovo caldeo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni. “Ora cercheremo di diffondere il più possibile la notizia. Sono sicuro che gli iracheni tutti pregheranno per il Papa, un vero amico dell’Iraq. Il Santo Padre ama tanto il nostro Paese e ha sempre fatto il possibile per il bene della sua gente. Adesso è il momento di ricambiare questa amicizia attraverso la preghiera”.