Italia

Mattarella:  la Shoah “il più abominevole dei crimini”

Le parole del Capo dello Stato al Quirinale, durante la celebrazione del “Giorno della Memoria” dal titolo “I Giusti tra le Nazioni”.

La Shoah è stato “il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione – il genocidio di milioni di persone innocenti – commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, venivano proclamati e largamente praticati”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale, durante la celebrazione del “Giorno della Memoria” dal titolo “I Giusti tra le Nazioni”. “Il senso di incredulità registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della Storia e della natura dell’uomo – ha aggiunto il capo dello Stato -. L’uomo del Novecento – immerso nel tempo della ragione, della fiducia incondizionata nel progresso della scienza, della cultura, della tecnica – mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un tornante così tragico; mai avrebbe concepito la possibilità di una simile regressione: mentre si confidava – come veniva conclamato – in un’alba radiosa per l’umanità, si trovò improvvisamente precipitato nelle tenebre più fitte”.

Il presidente si è poi soffermato su Auschwitz, che “spalancava – e spalanca tuttora – i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione”. “Un orrore assoluto, senza precedenti – cui null’altro può essere parificato – ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione. Un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano”.

 “Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa” –  ha detto ancora il presidente della Repubblica.

Il capo dello Stato ha ricordato, poi, “un lungo elenco di nomi, quasi ottocento quelli finora accertati in Italia, una costellazione di luci e di speranza che continua a rassicurare sul destino dell’umanità”. “Persone tra le più disparate: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani e appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello Stato, intellettuali, contadini. Accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudeltà, dal senso di umanità. C’è chi ha nascosto e protetto, chi ha falsificato documenti e liste, chi ha aiutato a espatriare. Migliaia di gesti, grandi e piccoli, di rivolta contro il conformismo e l’ideologia imperante”. Mattarella ha citato alcune di queste persone: da Giorgio Perlasca a Gino Bartali, ricordati anche nel video e nelle letture dell’evento. Poi, ha aggiunto altri nomi “che hanno condiviso il tragico destino della deportazione delle persone che hanno tentato di aiutare”.

Odoardo Focherini, amministratore del giornale cattolico Avvenire d’Italia; Torquato Fraccon, partigiano, morto a Dachau insieme al figlio; padre Giuseppe Girotti, domenicano; Calogero Marrone, capo ufficio anagrafe del comune di Varese, Giovanni Palatucci, reggente della questura di Fiume; Andrea Schivo, agente di custodia nel carcere San Vittore di Milano. “Scoperti e arrestati dai nazifascisti hanno concluso la loro vita nei lager tedeschi. Di fronte alla barbarie, di fronte all’ingiustizia, tutte queste persone non hanno girato la testa, non hanno volto lo sguardo altrove”.