Il film: “Il sol dell’avvenire”, illusioni comuniste e inquietudini esistenziali

Giovanni (Nanni Moretti) sta girando un film sulla rivolta ungherese del 1956. Protagonisti sono il redattore de L’Unità Ennio Mastrogiovanni (Silvio Orlando), combattuto se appoggiare o meno l’invasione russa, la moglie Vera (Barbora Bobulova) e gli artisti del circo Budavari pronti a scioperare in segno di solidarietà con il proprio popolo. Giovanni è in pieno fermento artistico e sta già pensando ai prossimi due film da realizzare: una storia d’amore accompagnata soltanto da canzoni italiane e le vicende di un uomo deciso ad attraversare Roma nuotando di piscina in piscina.

Nel frattempo, la moglie produttrice (Margherita Buy) lo sta professionalmente abbandonando a vantaggio di un giovane regista impegnato nelle riprese di un truce poliziesco. Tante storie che, nel momento in cui si incontrano, diventano Il sol dell’avvenire ovvero la storia dello stesso Moretti che, giunto alla soglia dei settant’anni, porta in scena la summa del suo pensiero politico, artistico, ma soprattutto le sue umane fragilità. Il Moretti militante questa volta volge decisamente lo sguardo a quando tutto ebbe inizio, ovvero agli anni Cinquanta e alla fine delle illusioni. Nanni alias Michele Apicella aggiunge un altro capitolo alla sua travagliata vicenda di deluso uomo di sinistra. Avvolto nella confortante coperta di Aprile, convinto che “la storia non si fa con i se”, questa volta si prende la libertà artistica di cambiare a suo piacimento il corso degli eventi decretando il trionfo del cinema sulla realtà.

Il cineasta Moretti, dal canto proprio, non è meno corrosivo. Mentre Lola di Jacques Demy deve essere scaramanticamente visto prima dell’inizio delle riprese di ogni nuovo film, prosegue accanita la sua battaglia contro le produzioni di quart’ordine, riportandoci con la memoria all’irruzione, in Caro diario, nella casa del critico cinematografico che aveva lodato Henry, pioggia di sangue. Non da meno sono le battute caustiche che riserva alle imperanti piattaforme, all’interno di un mondo del cinema che trova sempre meno comprensibile ma che ha, in parte, assecondato sostituendo la sua iconica vespa con il meno romantico monopattino elettrico. Al Moretti regista non rimane quindi che trovare conforto nel circondarsi della musica che ama (pochi come lui sanno restituirci la vera essenza delle canzoni di Franco Battiato, Luigi Tenco e Fabrizio De André) e di registi ed attori amici che, interpretando se stessi, lo omaggiano come si riserva soltanto ad un maestro acclamato.

Tutti questi elementi basterebbero da soli a dare un senso alla pellicola, ma in realtà sono soltanto funzionali alla messa in scena del vero film, l’autobiografia dello stesso Moretti raccontata attraverso le sue autocitazioni. Una figura, la sua, segnata da ritualità e manie che sanno ancora una volta farci riflettere ma soprattutto anche divertire. E così, dal colloquio con i funzionari televisivi alle considerazioni sulle scarpe, dalla crema per il viso agli antidepressivi, fino alle immancabili sedute psicanalitiche (questa volta riservate alla moglie) interrotte dallo squillo del cellulare, Moretti ci tiene a sottolineare che, seppur con le sue debolezze, in questo mondo così mediocre lui è rimasto uno dei pochi coerenti a se stesso e alla storia. L’unico capace di prendere posizione su temi importanti. Persino quelli riguardanti le pantofole che Aretha Franklin indossa ne I blues brothers (che sono comunque da salvare) e i sabot, simbolo di un’inevitabile “tragica visone del mondo”.

 

IL SOL DELL’AVVENIRE di Nanni Moretti. Con Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Mathieu Amalric, Jerzy Stuhr, Teco Celio, Valentina Romani

Produzione: Sacher Film, Fandango, Rai Cinema; Distribuzione: 01 Distribution; Italia, 2023

Commedia, drammatico; Colore

Durata: 1h 35min