Il film: “Tár”, Cate Blanchett direttrice d’orchestra passionale e inquieta

In oltre cinquecento pagine, analizzava senza mezzi termini la deriva del ruolo del direttore d’orchestra, descritto come un artista sempre meno interessato all’aspetto musicale e sempre più coinvolto in lotte di potere, culto ossessivo della propria immagine, contrasti personali. Assistendo a Tár, la pellicola scritta e diretta da Todd Field (era Nick Nightingale in Eyes Wide Shut di Kubrick), non possiamo evitare di riandare con la mente a quella pubblicazione. Lydia Tár è una compositrice e una direttrice d’orchestra affermata, un maestro come sono soliti definirla i suoi collaboratori, nel rispetto di quella tradizione che riserva universalmente all’italiano il primato di lingua ufficiale della musica classica (la versione originale del film evidenzia come, in ogni parte del mondo, i tempi delle sinfonie sono sempre definiti Adagio, Allegretto, Andante e così via). Lydia è una donna che vive totalmente immersa nella sua grande capacità interpretativa, sfatando il tabù che vuole sul podio soprattutto presenze maschili ma, allo stesso tempo, è coinvolta in intense relazioni private che ne segnano indelebilmente la stabilità psichica.

E così, mentre supportata dalle meravigliose sonorità della Filarmonica di Berlino sta per iniziare l’avventura della direzione della sua vita (la Sinfonia n.5 di Gustav Mahler), i suoi tormenti interiori prendono il sopravvento. In una storia tutta al femminile, la sua intimità professionale e umana con il primo violino Sharon, con la premurosa assistente Francesca, con la dolcissima figlia Petra, con la promettente violoncellista Olga, contribuiranno a minare il suo precario equilibrio. E quando un’accusa infamante non potrà più essere messa a tacere, si renderà artefice di un finale a sorpresa. Lydia è una donna controversa, dalle mille sfaccettature che suscitano nello spettatore pietà e repulsione, empatia e distacco. E seppur sia un personaggio di fantasia, risulta simile a tante donne e uomini contemporanei che vivono il loro tempo sempre sopra le righe, con il pendolo della loro esistenza che oscilla repentinamente tra successi stratosferici e cadute vorticose.

Accompagnata dalla solida regia di Todd Field, Tár è una pellicola che aiuta anche a riflettere sulla valenza della musica all’interno della nostra società. Nell’epoca delle esibizioni televisive becere e stravaganti, esiste ancora la sacralità laica della sala da concerto dove un solo di un oboe o la celestiale melodia di un violoncello possono sprigionare tutto il loro potere terapeutico che scuote le nostre coscienze e ci riconcilia con la bellezza assoluta. In un film dove la colonna sonora è la protagonista principale (oltre a Mahler, risuonano anche melodie di Shostakovich, Wagner, Verdi, Tchaikovsky ed Elgar), lascia il segno la sublime interpretazione di Cate Blanchett. La sua Lydia ci restituisce forte quell’impeto creativo che pervade l’anima di una donna interamente votata alla ricerca della perfezione esecutiva. Ed ecco che quando sale sul podio la sua missione viene finalmente portata a compimento, fatto salvo perdersi di nuovo nelle pieghe dei sentimenti umani che la costringono a ripartire sempre da capo. “The five is a mistery”, la quinta di Mahler è un mistero dice Lydia al suo interlocutore. Così come lo sono le relazioni della vita, dove l’intero cammino non è altro che la prova del nostro concerto.

 

Tár [Tár] di Todd Field.

Con Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong, Sylvia Flote

Produzione: Standard Film Company; Distribuzione: Universal Pictures; USA, Germania, 2022

Drammatico; Colore

Durata: 2h 38min