Italia

Salute: al «Bambino Gesù», primo paziente con «cellule riprogrammate» contro il tumore

Si tratta del primo paziente italiano curato con questo approccio rivoluzionario all’interno di uno studio accademico, promosso da ministero della Salute, Regione Lazio e Airc. Ad un mese dall’infusione delle cellule riprogrammate nei laboratori del Bambino Gesù, il piccolo paziente sta bene ed è stato dimesso: nel midollo non sono più presenti cellule leucemiche. La tecnica di manipolazione delle cellule del sistema immunitario del paziente rientra nell’ambito della cosiddetta terapia genica o immunoterapia, una delle strategie più innovative e promettenti nella ricerca contro il cancro.

«Per questo bambino – spiega il prof. Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di onco-ematologia pediatrica, terapia cellulare e genica – non erano più disponibili altre terapie potenzialmente in grado di determinare una guarigione definitiva». Grazie all’infusione dei linfociti T modificati, invece, «il bambino oggi sta bene ed è stato dimesso. È ancora troppo presto per avere la certezza della guarigione, ma il paziente è in remissione: non ha più cellule leucemiche nel midollo».

«Siamo riusciti in tempi record a creare un’Officina farmaceutica – aggiunge il prof. Bruno Dallapiccola, direttore scientifico del Bambino Gesù -, a farla funzionare, a certificarla e ad andare in produzione. Il risultato incoraggiante di oggi in campo oncoematologico, con la riprogrammazione delle cellule del paziente orientate contro il bersaglio tumorale, ci fa essere fiduciosi di avere a breve risultati analoghi nel campo delle malattie genetiche, come la talassemia, l’atrofia muscolare spinale o la leucodistrofia». Oggi alle 15, presso l’Aula Salviati dell’ospedale, si terrà un punto stampa con il prof. Locatelli.