Italia

Sport: Istat-Coni, in Italia istituzioni sportive il 30,8% del non profit

I dati sono stati resi noti oggi all’evento «Lo sport in Italia. Numeri e contesto», tenutosi al Coni alla presenza del presidente Giovanni Malagò e del presidente dell’Istat, Antonio Golini. Caratteristiche e dimensioni dello sport dilettantistico e agonistico e misure della pratica sportiva in Italia (provenienti dal 9° Censimento dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit), dall’Indagine multiscopo e dal monitoraggio del Coni sulle Federazioni sportive sono le fonti utilizzate. In questo mondo i volontari sono circa un milione, i lavoratori dipendenti 13 mila e quelli esterni 75 mila; tra il 1999 e il 2011 le risorse retribuite e volontarie sono cresciute del 63%. Si tratta per lo più di persone giovani: il 23,7% ha meno di 30 anni. Alto il livello di partecipazione dei soci alle attività, infatti il 75% dei volontari nello sport è anche socio. Le istituzioni sportive hanno dimensioni più contenute rispetto a quelle rilevate nel complesso del non profit, anche in termini di dimensione economica si registrano valori medi più ridotti.

L’Istat segnala che nel settore esistono istituzioni che svolgono attività rivolta a persone con specifici disagi. Si tratta di 6.816 istituzioni sportive (il 13,6% del totale di istituzioni non profit che erogano servizi a persone con disagio), che nel corso del 2011 hanno erogato servizi a particolari categorie di soggetti svantaggiati. Il 72,5% di esse si rivolge a persone disabili o non autosufficienti. Nella maggior parte dei casi i servizi riguardano l’organizzazione di corsi per la pratica sportiva (84%) e/o di eventi sportivi (69,7%); l’8,8% delle istituzioni prese in esame ha realizzato interventi per l’integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio; l’8,2% si è occupato della gestione di centri aggregativi e di socializzazione e il 7,9% ha organizzato viaggi ed escursioni. «Si tratta di una realtà diffusa in modo capillare sul territorio, in grado di fornire un rilevante contributo alla coesione sociale e alla promozione della persona», spiega l’Istat. A livello territoriale le zone con maggiore attività sono Bolzano, Valle d’Aosta, Trento, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche. Il privato è la principale fonte di finanziamento. Contributi degli aderenti e vendita di beni e servizi, le prime voci di bilancio.