Cultura & Società

Il Decalogo «toscano» in cerca di un produttore

di Ingrid Aioane

«Intendo realizzare un film composto da dieci cortometraggi ispirati dal Decalogo. Si tratta di un progetto toscano in cui tutte le province saranno rappresentate con un episodio. Fino ad adesso ho girato soltanto l’ultimo, dal titolo Dieci. Non desiderare la roba d’altri, che sarà il mio biglietto da visita per far conoscere l’iniziativa ai vari produttori». A parlare è Gabriele Cecconi, regista pluripremiato e docente alla Scuola di cinema «Anna Magnani», che lunedì 19 ottobre, alle 21,30, al Cinema Terminale di Prato presenterà al pubblico il suo progetto cinematografico seguito dall’anteprima del cortometraggio realizzato.

A distanza di vent’anni dal capolavoro «Decalogo» (nella foto una locandina) del grande cineasta polacco Krzysztof Kieslowski, un regista toscano decide di riprendere gli antichi precetti biblici e di «tradurli» in un film che rispecchi la realtà italiana. Non si tratta più della Polonia del regime comunista, con palazzi di cemento grigio e anonimi quartieri di proprietà statale, bensì di un mondo che ci è molto familiare: l’Italia con i suoi valori e le sue problematiche attuali. Il film accoglie la sfida di leggere gli avvenimenti con uno sguardo trasversale che riesce a connettere fatti di attualità con i precetti biblici, sotto la lente di un regista convinto che «i comandamenti non devono interessare soltanto chi crede nella religione, ma dovrebbero interessare tutti».

Eppure ci troviamo dinanzi ad un regista che davanti alla parola «credente» preferisce definirsi «agnostico», che interpone al linguaggio religioso uno decisamente laico e che sceglie come modello cinematografico Pasolini piuttosto che Zeffirelli. «Il messaggio dei dieci film, se esiste, è di cercare Dio in altre cose che vadano oltre Dio», affermava Kieslowski parlando del suo «Decalogo». In maniera simile, Gabriele Cecconi cerca di far emergere nel suo film lo stesso sguardo laico, radicato nella vita quotidiana, che risalta problematiche e volti di persone nei quali ognuno di noi si può rispecchiare.

Così, l’episodio legato al comandamento «non desiderare la donna degli altri» racconterà una storia che parlerà dello scambio di coppie, quello sul comandamento «non uccidere» verterà sul problema del testamento biologico. Per quanto riguarda l’episodio collegato al precetto «ricordati di santificare le feste», il regista toscano confessa che gli piacerebbe «girarlo a Prato, presentando il mondo del volontariato cattolico della Caritas». Il decimo episodio, l’unico finora realizzato, racconta la storia di un uomo che, dopo aver litigato con la sua ragazza, si trova a dover andare da solo ad un cenone organizzato da alcuni amici dell’alta società. Sulla strada incontra un marocchino e lo invita ad andare con lui. L’accoglienza dei due alla festa è ottima, finché non sparisce un bracciale d’oro. Senza svelare il finale del cortometraggio, va sottolineato che l’episodio di chiusura per il film di Cecconi verte intorno al pregiudizio razziale, che – afferma il regista – «esiste in tutti noi, anche in quelli che pensano di non averne».

Una particolarità, ripresa da Kieslowski, non solo per quest’episodio ma per tutti i dieci cortometraggi è che il «Decalogo toscano» – come il regista stesso afferma – non dà soluzioni, né risposte, ma si limita a sollevare un problema. «Che cosa vuol dire oggi non rubare? Cosa significa oggi non uccidere? Oppure non nominare il nome di Dio invano?» sono alcuni degli interrogativi che il cineasta toscano si pone nei suoi film. Gabriele Cecconi ci fa entrare nell’universo dei protagonisti senza giudicare, senza emettere verdetti, anzi lanciando la sfida di capire in profondità ciò che sta alla base delle scelte dei personaggi e del loro comportamento. Senza tracciare soluzioni, s’interroga sul bene e sul male rilevando la difficoltà di scelta in un mondo in cui le cose non sono mai bianche o nere, ma prendono varie sfumature, in una complessità di situazioni.

In questa visione i cortometraggi del regista toscano si vogliono essere non solo una semplice illustrazione dei dieci comandamenti ma un’analisi elaborata di come questi precetti costituiscano una provocazione attuale e nello stesso tempo una guida per gli uomini di oggi. Con il suo ambizioso progetto Gabriele Cecconi cerca di portare il suo contributo accanto ai tanti nomi della cultura toscana che hanno arricchito il patrimonio culturale dell’Italia.

Dieci. Non desiderare la roba d’altridi Gabriele CecconiLunedì, 19 ottobre, ore 21,30. Cinema Terminale, via Carbonaia 31, Prato(Tel. 0574-401376)