Italia

Attentati a Bruxelles: Lotti (Tavola della pace), «7 idee per fare pace in tempo di guerra»

«La morte non ci deve mai trovare indifferenti. Non importa chi sia la vittima, la sua nazionalità, la sua religione, il colore della sua pelle, il luogo dell’accadimento», afferma Lotti. Il secondo punto sottolinea la complessità del problema: «il che non significa che sia irrisolvibile. Ma (di fronte ad ogni problema complesso) dobbiamo rifiutare le semplificazioni». In terza battuta occorre «agire con intelligenza. La componente ‘militare’ del terrorismo va combattuta, fermata, neutralizzata con l’intelligenza, le indagini di polizia, la collaborazione tra i servizi di sicurezza, la lotta alla criminalità e ai traffici di droga e di armi, i sistemi di prevenzione».

Il quarto punto insiste sulla necessità di fermare le guerre: «il terrorismo ha molte radici ma la storia ci dice che le guerre in corso lo alimentano. Per questo è nostro interesse lavorare attivamente per fermarle».

Un concetto ripreso anche al punto successivo: «disertare la guerra delle parole. Lo possiamo fare tutti. Le parole uccidono. Prima delle bombe le parole della guerra seminano il terrore, fomentano l’odio, distruggono la ragione». Uno sguardo più attento va rivolto proprio alle periferie, per «bonificare» quelle «intossicate», con una ricetta semplice: «combattere la disoccupazione, sradicare la povertà, lottare contro l’esclusione sociale e l’emarginazione, ridurre le disuguaglianze, promuovere il riconoscimento delle diversità, il dialogo interculturale e interreligioso».

Infine, ed è il settimo punto, Lotti ricorda che l’idea fondante è «Vincere il male con il bene».