Italia

Corridoi umanitari, Forti (Caritas) con le due famiglie di profughi siriani

Due nuclei familiari rispettivamente di 9 e 6 persone, tra cui 11 bambini e adolescenti. Vengono da Dar’a, in Siria e da tempo erano rifugiati nel campo profughi di Zaatari, in Siria. Sono stati portati in Italia per aiutarli ad affrontare gravi problemi di salute: trapianti di rene, tumori cerebrali, distrofia muscolare. Sono le due famiglie appena arrivate in Italia grazie all’operazione di resettlement (reinsediamento) voluta e finanziata dalla Conferenza episcopale italiana con i fondi 8×1000, a cui prende parte Caritas italiana, nell’ambito del programma gestito dal ministero dell’Interno (resettlement e corridoi umanitari sono entrambi canali umanitari). Ora sono in attesa di imbarcarsi per Bari con una operatrice di Caritas italiana, poi la Caritas di Manfredonia li porterà a San Giovanni Rotondo (Foggia). Alcuni andranno in ospedale – grazie alla collaborazione con la «Fondazione centri di riabilitazione di Padre Pio» e la «Casa del sollievo della sofferenza» – per iniziare le analisi e le visite, gli altri saranno ospitati nelle comunità dei frati. «E’ un momento molto emozionante – racconta al Sir dall’aeroporto di Fiumicino Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, di ritorno dalla missione in Giordania – . Ci eravamo visti giorni fa ad Amman ed appena ci hanno visto si sono rassicurati. Si è un po’ sciolta la tensione del lungo viaggio. Ora sono molto sereni». «Stiamo usando Google translate in arabo per parlarci perché l’interprete è impegnata con la polizia – dice -. I bambini hanno una forza incredibile, si stanno divertendo a guardare you tube e i cartoni animati».

La missione ad Amman, riferisce Forti, «è stata molto fruttuosa. E’ la riprova di come la collaborazione tra organizzazioni e istituzioni possa produrre ottimi risultati. L’iniziativa sta funzionando ed entro la fine del mese arriveranno le altre 26 famiglie» (in totale sono 41). Si tratta tecnicamente di un’operazione di resettlement, «un’azione governativa a livello mondiale verso l’Europa o l’America tramite l’Unhcr e l’Oim, e in questo caso attraverso la Caritas – spiega Forti -. I corridoi umanitari sono invece una sperimentazione autonoma fatta da alcune organizzazioni (Comunità di Sant’Egidio, Caritas) selezionando e investendo in proprio. Il resettlement di oggi rientra nella grande scommessa della Chiesa italiana nei canali umanitari di ingresso protetti». Stamattina c’è stato un incontro a Roma sull’immigrazione con le Chiese luterane. Mons. Nunzio Galantino ha ribadito l’impegno forte della Chiesa italiana sul tema dei corridoi umanitari.