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Guatemala: ripresa eruzione vulcano, soccorsi interrotti. Dati ufficiali, 75 vittime e oltre 11mila evacuati

Il Guatemala resta nel dolore e nella paura. Nel pomeriggio di ieri (quando in Italia era già notte) dal Volcán de Fuego è partita una nuova eruzione. Interrotte le operazioni di soccorso. La preoccupazione dei vescovi.

Vigili del fuoco, personale di protezione civile e volontari, compresi quelli della Caritas, come conferma al Sir il segretario esecutivo Maio Arévalo, sono stati sgomberati in grande fretta e sono così state rallentate le operazioni di soccorso e di quantificazione delle vittime, che secondo i dati ufficiali, sicuramente parziali visto il grande numero di dispersi, sono salite a 75.

I dati ufficiali di Conred Guatemala parlano anche di 11.191 persone evacuate, 44 ferite, 2.497 ospitate negli alberghi e nei centri d’accoglienza. La Caritas continua nelle operazioni di raccolta di acqua potabile, viveri e generi di prima necessità e invita alla calma.

Lo stretto coordinamento con gli organismi ecclesiali opera anche il coordinamento Fe y Alegria, legato ai gesuiti. In un comunicato l’organismo parla di «numero incerto di dispersi» e di persone che si trovano «sotto tonnellate di cenere».

Fe y Alegria, insieme alle altre opere della Compagnia di Gesù, ha attivato centri di raccolta nell’Università Rafael Landivar della capitale e nei principali collegi gesuiti di Città del Guatemala e Quetzaltenango.

La Conferenza episcopale del Guatemala è intervenuta ieri con un comunicato, firmato dal presidente, mons. Gonzalo de Villa y Vásquez, vescovo di Sololá-Chimaltenango, e dal segretario generale, mons. Domingo Buezo Leiva, vicario apostolico di Izabal, dichiarando «preoccupazione di fronte alla sofferenza di tanti fratelli e sorelle guatemaltechi, che hanno perso i loro cari, i loro beni e la serenità, di fronte all’imprevedibile forza della natura».

«Siamo coscienti – proseguono i vescovi – che la tragedia si somma alla già difficile situazione politica e sociale del Paese e aggrava la povertà e le difficoltà di sopravvivenza nella quale si trova la maggior parte della popolazione».

Sapendo dalla nostra fede «che le prove sono occasioni per crescere nella fiducia in Dio e nella solidarietà a favore del prossimo», la Conferenza episcopale invita «tutte le comunità parrocchiali e in particolare coloro che sono impegnati nella pastorale sociale a dare il meglio di sé per contribuire a superare, per quello che è possibile, l’attuale situazione e a organizzare, in collaborazione con i diversi organismi pubblici e privati i programmi di aiuto necessario sia nell’immediato sia a lungo termine. Pensiamo che le risposte a lungo termine siano quelle che maggiormente ci sfidano e speriamo che il Governo sia coerente rispetto al suo obbligo di dare risposte concrete e integrali».