Toscana

Piccoli centri, grande ricchezza

DI MARCO LAPI

Tredici articoli per la «piccola grande Italia». La proposta di legge Realacci-Molinari per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, presentata – come annunciato – martedì 12 marzo presso la nostra redazione centrale, promette già di procedere a grandi passo. Il presidente nazionale di Legambiente Ermete Realacci – intervenuto alla conferenza stampa assieme al presidente regionale Piero Baronti e a Francesca Vogesi, sindaco di Sambuca Pistoiese e presidente dell’associazione piccoli comuni toscani – ha infatti annunciato che la prima discussione in Parlamento dovrebbe avvenire già martedì 19 marzo. E la campagna di sensibilizzazione, che qui in Toscana è sostenuta anche dal nostro settimanale e da RaiTre, ha trovato a livello nazionale altre «sponde» tra cui il Corriere della Sera e il Maurizio Costanzo Show.

Una legge «bipartisan», trasversale agli schieramenti – come ha sottolineato mercoledì 13 lo stesso Corriere – ma soprattutto una legge tutt’altro che «assistenzialista». Realacci è stato chiaro: occorre ribaltare l’ottica della tutela di comunità disagiate, comprendendo piuttosto che siamo di fronte a una grande ricchezza da sviluppare. «Questa – ha detto – è anche la grande scommessa per il futuro del Paese. Se, nell’epoca della globalizzazione, la competizione è sulla qualità, abbiamo realtà che non hanno paragone nel mondo. Non si tratta quindi di fare l’elemosina, ma un investimento, creando un modello di sviluppo più corretto e funzionale rispetto a quelli del passato».

E la Toscana, da questo punto di vista, può a buon diritto proporsi come capofila, come simbolo del «glocal» che funziona. La «Toscana della buona globalizzazione», come l’ha definita Baronti, che può dare il proprio contributo per battere l’omologazione dei prodotti come quella culturale. Non che siano tutte rose e fiori, si capisce: i piccoli comuni, per sopravvivere, devono battagliare quotidianamente contro le minacce di chiusura di scuole e uffici postali, così come contro le riduzioni delle corse del trasporto pubblico. Francesca Vogesi, alla guida del suo comune appenninico, ne sa qualcosa. Ma si lotta volentieri, non solo per sé quanto perché questi territori, poco popolati quanto, spesso, assai vasti, sono un patrimonio di tutti, non solo di chi ci vive. E si lavora perché i giovani non se ne vadano, con il sogno, anzi, che qualcuno di fuori ci venga ad abitare, attratto da nuove opportunità, invertendo la pluridecennale tendenza allo spopolamento.

La legge punta anche a questo, offrendo incentivi per chi intenda andare a vivere nei piccoli centri o impiantarvi attività economiche. Perché oltre ai servizi c’è tutta un’economia da difendere e rilanciare, e non tutti i comuni al di sotto dei cinquemila o dei duemila abitanti hanno le stesse opportunità di partenza. Ma tutti, praticamente, possono contare su qualcosa di concreto da cui partire.

Le ragioni del nostro sostegno, espresse nello scorso numero, sono state ribadite in conferenza stampa dal nostro direttore. E Baronti, dal canto suo, ha anche sottolineato come la Toscana sia la regione che in proporzione alla popolazione ha, rispetto a tutte le altre, più volontari, sia laici che cattolici. Una ricchezza in più che nei comuni minori assume un’importanza ancor maggiore; una ricchezza che spesso si esprime nelle Confraternite di Misericordia e che, attraverso l’offerta di solidarietà, contribuisce a contenere il disagio. Una ricchezza, anche questa, da riscoprire e promuovere, così come tante altre.

Nei prossimi numeri presenteremo una panoramica dei comuni interessati, divisi per tipologie in base alle indagini commissionate da Legambiente e Confcommercio, e proseguiremo il nostro «viaggio nella piccola grande Toscana». Intanto, le problematiche dei centri minori sono approdate anche in Consiglio regionale. La settimana scorsa i rappresentanti dei «comuni disagiati» hanno incontrato il presidente Riccardo Nencini e il vicepresidente della Giunta, Angelo Passaleva. Era la terza riunione del genere e sembra proprio che finalmente, come ha detto Nencini, si sia cominciato a passare «dal “cahier de doleance ad un taglio operativo». Intanto, visto che il 2002 è l’anno internazionale della montagna, è allo studio il piano di valorizzazione di cui parliamo sotto.

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