Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A POMPEI: QUESTA CITTADELLA DI MARIA E DELLA CARITA’ DIMOSTRA CHE LA FEDE TRASFORMA IL MONDO

Benedetto XVI ha affidato la Chiesa e il mondo intero alla Vergine del Rosario di Pompei con un pensiero particolare al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, alle famiglie e, nell’odierna Giornata Missionaria Mondiale, a quanti sono impegnati nell’annuncio del Vangelo. Giunto in elicottero dal Vaticano, è stato accolto alle 10 di questa mattina da 50 mila fedeli in festa per la terza visita di un Successore di Pietro al santuario mariano di Pompei. Nel suo indirizzo di saluto l’arcivescovo prelato Carlo Liberati ha elencato al Papa le opere nate grazie all’amore di un laico per Maria: scuole, convitti e centri di accoglienza per orfani, figli di carcerati, emarginati, poveri, tossicodipendenti, alcolizzati, donne in difficoltà, immigrate. Ma nessun vanto – precisa : “il Rosario è la nostra forza!”. Il Papa ha affidato tutti a Maria con un pensiero particolare alle persone che soffrono e a quanti sono abbandonati ai loro drammi di solitudine, di miseria. Li ha esortati a confidare sempre nel sostegno materno della Vergine. Il Vangelo è davvero la buona notizia perché ci annuncia che Dio è con noi e viene a liberarci: “Dove c’è Lui, il male è vinto e trionfano la vita e la pace” e tutto è rinnovato dal suo amore, perché “l’amore di Dio ha questo potere: di rinnovare ogni cosa, a partire dal cuore umano. … Con la sua grazia, Dio rinnova il cuore dell’uomo perdonando il suo peccato, lo riconcilia ed infonde in lui lo slancio per il bene”. Certo – ha proseguito il Papa – occorre “rinnovarsi continuamente” per “non ricadere nel conformismo della mentalità mondana”. L’amore infatti deve essere il programma costante di una comunità cristiana. E “la nuova Pompei, pur con i limiti propri di ogni realtà umana, è un esempio” ha detto Benedetto XVI di quella nuova civiltà dell’amore “sorta e sviluppatasi sotto lo sguardo materno di Maria”, “una cittadella di Maria e della carità, non però isolata dal mondo, non, come si suol dire, una ‘cattedrale nel deserto’, ma inserita nel territorio di questa Valle per riscattarlo e promuoverlo. La storia della Chiesa, grazie a Dio, è ricca di esperienze di questo tipo, e anche oggi se ne contano parecchie in ogni parte della terra. Sono esperienze di fraternità, che mostrano il volto di una società diversa, posta come fermento all’interno del contesto civile. La forza della carità, infatti, è irresistibile: è l’amore che veramente manda avanti il mondo!” Il Papa ha ricordato la storia di Pompei: una città distrutta da una eruzione vulcanica devastante che riprende vita per la conversione di un uomo, che, come San Paolo, aveva perseguitato la Chiesa, “diventando un militante anticlericale e dandosi anche a pratiche spiritistiche e superstiziose”. Si parla di tendenze – ha precisato – presenti anche nei nostri giorni. Un uomo lontano dalla fede che cambia radicalmente perché incontra il “vero volto di Dio” trasformando il deserto in cui abita: “Dove arriva Dio, il deserto fiorisce! Anche il beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione, diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegno di Dio”. “Questa città, da lui rifondata – ha aggiunto il Papa – è dunque una dimostrazione storica di come Dio trasforma il mondo: ricolmando di carità il cuore dell’uomo e facendone un “motore di rinnovamento religioso e sociale” al servizio degli ultimi. “Qui a Pompei – ha detto ancora – si capisce che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili. Qui il genuino popolo cristiano, la gente che affronta la vita con sacrificio, trova la forza di perseverare nel bene senza scendere a compromessi. Qui, ai piedi di Maria, le famiglie ritrovano o rafforzano la gioia dell’amore che le mantiene unite”. Il segreto di Pompei è il Rosario: “Questa preghiera – ha affermato Benedetto XVI – ci conduce, attraverso Maria, a Gesù”, perché “Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti. E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è ‘arma’ spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”. Al termine della Messa il Papa ha guidato la Supplica alla Beata Vergine del Rosario, scritta da Bartolo Longo nel 1883: una preghiera commovente innalzata alla Madre che Gesù ci ha donato sulla Croce per implorare “misericordia per tutti”. Ha quindi offerto alla Madonna una Rosa d’oro. (Fonte: Radio Vaticana)