Vita Chiesa

Francesco, Messa a S. Marta: le guerre nascono nel cuore degli uomini

Nel commentare la Lettera dell’apostolo Giacomo, richiamando i numerosi conflitti in corso nel mondo, il Papa ha osservato: «Sembra che lo spirito della guerra si sia impadronito di noi». «Piccole guerre dappertutto, popoli divisi… E per conservare il proprio interesse si ammazzano, si uccidono fra di loro». «Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?», si è chiesto. «Le guerre, l’odio, l’inimicizia non si comprano al mercato: sono qui, nel cuore». Oggi «tanti milioni si uccidono tra fratelli, fra di loro. Ma siamo abituati»; una grande guerra un po’ «nascosta» che «non ci scandalizza». Davanti a un conflitto, «ci troviamo in una situazione curiosa: andare avanti per risolverlo, litigando. Col linguaggio di guerra». Di qui il pensiero ai bimbi «affamati nei campi dei rifugiati» e, per contrasto, «ai grandi salotti, alle feste che fanno quelli che sono i padroni delle industrie delle armi, che fabbricano le armi, le armi che finiscono lì».

 «Il bambino ammalato, affamato, in un campo di rifugiati e le grandi feste, la buona vita che fanno quelli che fabbricano le armi», l’immagine forte del Pontefice, che ha richiamato anche le «guerre» di «casa nostra». «Quante famiglie distrutte – le parole del Papa – perché il papà, la mamma non sono capaci di trovare la strada della pace e preferiscono la guerra, fare causa… La guerra distrugge!». Di qui l’invito a «pregare per la pace, per quella pace che soltanto sembra sia diventata una parola, niente di più» e a riconoscere la propria miseria. Quella miseria da cui vengono le guerre: «Le guerre nelle famiglie, le guerre nel quartiere, le guerre dappertutto». «Chi di noi ha pianto – ha proseguito – quando legge un giornale, quando in tv vede quelle immagini? Tanti morti». «Le vostre risa – ha detto riprendendo l’apostolo Giacomo – si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza…». Questo, ha detto, «è quello che deve fare oggi 25 febbraio» un «cristiano davanti a tante guerre, dappertutto»: «Piangere, fare lutto, umiliarsi». «Il Signore – ha concluso – ci faccia capire questo e ci salvi dall’abituarci alle notizie di guerra».