Vita Chiesa

Giubileo ad Arezzo: mons. Fontana, «portare agli altri la bontà e tenerezza di Dio»

«Un anno di Grazia e di perdono per tutti – ha ricordato mons. Riccardo Fontana nell’omelia durante la celebrazione eucaristica, seguita all’apertura della Porta Santa in Cattedrale, domenica scorsa ad Arezzo­ -.  Un anno in cui dobbiamo recuperare il senso di quanto stiamo facendo. In questo tempo difficile, in cui molti hanno paura,  abbiamo bisogno di contemplare il mistero della misericordia che  è fonte di gioia, di serenità e di pace. Il Signore non abbandona mai, ci viene incontro nonostante il peccato. L’icona che papa Francesco ci propone di tenere viva è quella del Padre che accoglie il figliol prodigo. Dio aspetta il nostro ritorno e dinanzi alle nostre responsabilità risponde con la pienezza del perdono: anche a noi quest’oggi offre l’anello dell’uomo ibero, i calzari per camminare avanti, la veste bella della dignità di uomo,  creato a sua immagine».

Non è mancato il riferimento al Concilio Vaticano II, in coerenza con la data scelta da papa Francesco di aprire il Giubileo della Misericordia nel cinquantenario della chiusura del Concilio Vaticano II, perché «la Chiesa, a cinquanta anni dal Concilio Vaticano II, riafferma la propria volontà di dialogo con tutti: vuole sempre più essere inclusiva, sul modello del suo Signore in Croce a braccia aperte, per essere pronto ad accogliere ogni uomo e donna sulla terra». Con un intendimento ben preciso: «andiamo incontro ad ogni persona, portando la bontà e la tenerezza di Dio!». E con un impegno specifico da parte della Chiesa: «E’ giunto per la Chiesa il tempo di farsi ancora carico dell’annuncio gioioso del perdono: il metodo che ci è proposto va alla ricerca della concretezza e della credibilità».

«Papa Francesco – ha proseguito l’Arcivescovo – scandisce le tappe del pellegrinaggio interiore che ciascuno è chiamato a fare nella propria vita, secondo l’insegnamento evangelico: non giudicare, non condannare, valorizzare il bene che c’è in ogni persona. Occorre imparare a non criticare mai in assenza della persona a cui ci si riferisce. Bisogna liberarci dalla gelosia e dall’invidia, è necessario imparare ad essere magnanimi, a perdonare e a donare. Dio ci mostra la sua vicinanza e la sua presenza, perché anche noi possiamo diventare compassionevoli e misericordiosi».

Come fare per mettere concretamente in pratica tutto questo? «In questo Anno Santo ci è raccomandata in modo speciale la pratica delle opere di misericordia corporale e di rivalutare quelle di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti».

«Si tratta – ha detto mons. Fontana con chiare parole – di uscire dal silenzio assordante dei cristiani che non sanno più prendere posizione nella società  e, tacendo nel diffuso conformismo, perdono la propria identità: la santità, che è anche diversità,  è  il principium distinctionis. Ogni forma di odio porta alla violenza. Dio ci mostra il suo amore verso di noi con la sua infinita pazienza. Anche noi dobbiamo essere pronti a lasciar maturare gli altri, ad accettarli nello loro diversità, ad aiutarli con la preghiera a convergere verso il dialogo».

«I segni della carità operosa – ha concluso mons. Fontana – si costruiscono giorno per giorno, fino ad essere naturale riferimento, frutto del percorso che questa Chiesa avvia nel nome del Signore».   

L’apertura della Porta Santa della Misericordia è stata  preceduta da una processione partita dalla basilica di san Domenico che, guidata dall’arcivescovo Riccardo e a cui ha partecipato l’intera chiesa diocesana, nelle sue molteplici forme, ivi compreso i bambini che quest’anno riceveranno la Prima Comunione, ha raggiunto la Cattedrale.

Qui, alle 17 in punto, l’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha aperto la Porta della Misericordia della Cattedrale, per l’occasione resa ancora più solenne grazie ad una pregevole decorazione in rametti di pino nobilis e lilex con bacche rosse, realizzata dai fioristi di Confcommercio e una distesa di ciclamini bianchi ai due fianchi della porta, a sottolineare l’apertura del percorso giubilare.

Nei prossimi giorni verranno aperte, secondo un calendario che verrà presto reso noto, altre «Porte» nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro: quelle del santuario de La Verna, di Camaldoli, di Montecasale, la chiesa della Madonna del Calcinaio a Mercatale di Cortona, la Collegiata di Castiglion Fiorentino, la chiesa della Madonna del Patrocinio a Castelnuovo Berardenga e la Basilica di San Francesco ad Arezzo.