Vita Chiesa

Omelie, card. Sarah: «Lunghezza dipende da cultura. In occidente superare 20 minuti è troppo»

Riguardo alle tecniche di oratoria, il cardinale ha detto: «Non è facile parlare in modo efficace e dunque è necessario imparare a comunicare. Soprattutto oggi è importante sapere che cosa e come dire le cose. Ma non bastano le tecniche perché si può essere un eloquente oratore ma se non si comunica Dio attraverso la vita e la Parola, anche la più alta oratoria può lasciare la gente indifferente». Il cardinale ha infatti ricordato che con l’omelia, compito principale del sacerdote è quello di «portare la gente a Cristo» e per farlo «non basta la tecnica». Il consiglio del cardinale per non cadere in una predicazione troppo «noiosa» è quello di fare uso anche di «immagini, racconti e addirittura leggende» e a questo proposito ha raccontato una legenda «musulmana» da lui utilizzata nelle omelie per sottolineare l’importanza della preghiera.

Secondo padre Corrado Maggioni, sotto-segretario del Dicastero, il Direttorio non ha voluto precisare troppo la durata della omelia perché – ha detto – «certe cose è meglio non codificarle troppo» in quanto seguono «una serie di varianti e variabili». Ci sono infatti le messe feriali e quelle festive che richiedono ovviamente tempi diversi. L’importante – ha aggiunto l’esperto – è avere cura del «ritmo della celebrazione» prendendo in considerazione cioè l’intero andamento dell’azione liturgica e soprattutto seguire «il buon senso». Alla domanda sulla partecipazione di laici alla predicazione che spesso avviene in alcuni movimenti durante la Messa, padre Maggioni ha risposto dicendo che nel Direttorio «non ci sono in merito norme nuove, raccoglie piuttosto le discipline esistenti». Ed ha ricordato che «l’omelia è una predicazione dentro un’azione liturgica riservata al ministro ordinato». Monsignor Arthur Roche, segretario della Congregazione per il Culto Divino, ha osservato infine come «generalmente gli inglesi sono brevi». Ma anche subito aggiunto: «L’importante è che l’omelia non sia noiosa» invitando a guardare all’esempio di Papa Francesco. «Quando il Santo Padre parla, niente è noioso, sempre quello che dice rappresenta una sfida in chi lo ascolta. È compito del sacerdote portare la realtà della vita di Dio alla realtà della vita delle persone. Questa è la sfida della predicazione».