Vita Chiesa

Papa Francesco, canonizzazioni: I nuovi santi esempi luminosi per noi

“Oggi la Chiesa propone alla nostra venerazione una schiera di martiri, che furono chiamati insieme alla suprema testimonianza del Vangelo, nel 1480. Circa ottocento persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto, furono decapitate nei pressi di quella città. Si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto”, ha ricordato il Pontefice parlando dei Martiri di Otranto, che trovarono la forza per rimanere fedeli “proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena”. Di qui l’invito a conservare “la fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoro”, ha detto a braccio, e rinnovare “la nostra fedeltà al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci farà mai mancare forza e serenità”. Il Santo Padre ha anche esortato a chiedere “a Dio che sostenga tanti cristiani che proprio in questi tempi e in tante parti del mondo adesso ancora soffrono violenze e dia loro il coraggio della fedeltà e di rispondere al male col bene.

“Santa Laura Montoya è stata strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, accogliendoli con l’amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essa”, ha ricordato Francesco. Nella sua opera di evangelizzazione “madre Laura si fece veramente tutta a tutti”. Questa prima santa “nata nella bella terra colombiana ci insegna ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli – come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato -, ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci troviamo”. Dunque, “ci insegna a vedere il volto di Gesù riflesso nell’altro, a vincere indifferenza e individualismo, che corrode – ha aggiunto a braccio – la comunità cristiana e il nostro cuore”, accogliendo “tutti senza pregiudizi né costrizioni, senza reticenze, con amore, donando loro il meglio di noi stessi e soprattutto condividendo con loro ciò che abbiamo di più prezioso: Cristo e il suo Vangelo”. Santa María Guadalupe García Zavala, “rinunciando a una vita comoda – quanto danno fa la vita comoda, il benessere e l’imborghesimento del cuore, ha osservato a braccio – per seguire la chiamata di Gesù, insegnava ad amare la povertà, per poter amare di più i poveri e gli infermi”.

Madre Lupita “si inginocchiava sul pavimento dell’Ospedale davanti agli ammalati e agli abbandonati per servirli con tenerezza e compassione”. Questo, ha continuato a braccio “vuol dire toccare la carne di Cristo. La nuova Santa ci insegnava questa condotta a non aver paura a toccare la carne di Cristo” attraverso i sofferenti. Questa nuova Santa messicana “ci invita ad amare come Gesù ci ha amato, e questo comporta non chiudersi in se stessi, nei propri problemi, nelle proprie idee, nei propri interessi, ma uscire e andare incontro a chi ha bisogno di attenzione, di comprensione, di aiuto, per portagli la calorosa vicinanza dell’amore di Dio, attraverso gesti di delicatezza e di affetto sincero”. Per il Santo Padre, “fedeltà a Cristo e al suo Vangelo, per annunciarlo con la parola e con la vita, testimoniando l’amore di Dio con il nostro amore, con la nostra carità verso tutti: sono luminosi esempi ed insegnamenti che ci offrono i Santi proclamati oggi, ma che suscitano anche domande alla nostra vita cristiana: come io sono fedele a Cristo? Sono capace di ‘far vedere’ la mia fede con rispetto, ma anche con coraggio? Sono attento agli altri, mi accorgo di chi è nel bisogno, vedo in tutti fratelli e sorelle da amare? Chiediamo, per intercessione della Beata Vergine Maria e dei nuovi Santi, che il Signore riempia la nostra vita con la gioia del suo amore”.