Vita Chiesa

Papa Francesco: impegno per le malattie rare, no al «modello aziendale» in sanità

«Ringraziamo il Signore per il cammino compiuto in questo tempo, per quanto è stato fatto a beneficio di una cura integrale dei malati e per la generosità di tanti uomini e donne che hanno accolto l’invito di Gesù a visitarlo nella persona degli infermi», ha esordito Francesco, ricordando che questi «sono stati anni segnati da forti cambiamenti sociali e culturali», in cui «la ricerca scientifica è andata avanti e siamo riconoscenti per i preziosi risultati ottenuti per curare, se non per sconfiggere, alcune patologie». «Auguro che il medesimo impegno sia assicurato per le malattie rare e neglette, verso le quali non sempre viene prestata la dovuta attenzione, con il rischio di dare adito a ulteriori sofferenze», l’auspicio del Papa, che ha ringraziato anche «per tanti operatori sanitari che con scienza e coscienza vivono il loro lavoro come una missione, ministri della vita e partecipi dell’amore effusivo di Dio creatore; le loro mani toccano ogni giorno la carne sofferente di Cristo, e questo è un grande onore e una grave responsabilità». «Così pure ci rallegriamo per la presenza di numerosi volontari che, con generosità e competenza, si adoperano per alleviare e umanizzare le lunghe e difficili giornate di tanti malati e anziani soli, soprattutto poveri e indigenti», ha proseguito Francesco. «E qui mi fermo – ha aggiunto a braccio – per ringraziare la testimonianza del volontariato in Italia. Per me è stata una sorpresa! Io mai avrei pensato di trovare una cosa così! Ci sono tanti volontari che lavorano in questo, convinti. E questo è opera dei parroci, dei grandi parroci italiani, che hanno saputo lottare su questo campo. Per me è una sorpresa e ringrazio Dio per questo».

«Se c’è un settore in cui la cultura dello scarto fa vedere con evidenza le sue dolorose conseguenze è proprio quello sanitario», ha detto ancora il Papa, che, nel discorso si è soffermato su «alcune ombre che rischiano di aggravare l’esperienza dei nostri fratelli e sorelle ammalati». «Quando la persona malata non viene messa al centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui. E questo è molto grave!», ha ammonito Francesco, secondo il quale «occorre essere vigilanti, soprattutto quando i pazienti sono anziani con una salute fortemente compromessa, se sono affetti da patologie gravi e onerose per la loro cura o sono particolarmente difficili, come i malati psichiatrici». «Il modello aziendale in ambito sanitario, se adottato in modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di produrre scarti umani», il grido d’allarme del Papa: «Ottimizzare le risorse significa utilizzarle in modo etico e solidale e non penalizzare i più fragili».

«Non sia solo il denaro a orientare le scelte politiche e amministrative, chiamate a salvaguardare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione italiana, né le scelte di chi gestisce i luoghi di cura». È il monito indirizzato ai politici, nel discorso del Papa ai membri della Commissione Carità e Salute della Cei. «Al primo posto c’è l’inviolabile dignità di ogni persona umana dal momento del suo concepimento fino al suo ultimo respiro», ha ribadito Francesco. « La crescente povertà sanitaria tra le fasce più povere della popolazione, dovuta proprio alla difficoltà di accesso alle cure, non lasci nessuno indifferente e si moltiplichino gli sforzi di tutti perché i diritti dei più deboli siano tutelati», l’appello del Papa.

«Portare avanti la fantasia della carità propria dei fondatori». Si è concluso con questo invito, il discorso del Papa. «La storia della Chiesa italiana – il tributo di Francesco – conosce tante ‘locande del buon samaritano’, dove i sofferenti hanno ricevuto l’olio della consolazione e il vino della speranza». Di qui l’«apprezzamento» rivolto «alle numerose istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana» e ai loro rappresentanti, incoraggiati «a portare avanti la fantasia della carità propria dei fondatori». «Nei contesti attuali, dove la risposta alla domanda di salute dei più fragili si rivela sempre più difficile, non esitate anche a ripensare le vostre opere di carità per offrire un segno della misericordia di Dio ai più poveri che, con fiducia e speranza, bussano alle porte delle vostre strutture», l’altro appello del Papa, che ha chiesto anche di «coinvolgere le diocesi, le comunità cristiane, le famiglie religiose sull’importanza della pastorale sanitaria».

«Tanti malati sono negli ospedali, ma molti di più sono nelle case, sempre più soli», ha osservato in conclusione il Papa, auspicando che i malati in casa «vengano visitati con frequenza, perché non si sentano esclusi dalla comunità e possano sperimentare, per la vicinanza di chi li incontra, la presenza di Cristo che passa oggi in mezzo ai malati nel corpo e nello spirito». «La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri – e i malati sono poveri di salute – è la mancanza di attenzione spirituale», ha ribadito Francesco, ricordando che «le persone malate sono membra preziose della Chiesa : «Hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede».