Vita Chiesa

Vaticano: mons. Capella condannato a cinque anni di reclusione e 5mila euro di multa

Il reato di cui si è macchiato l’ex funzionario vaticano – recita il dispositivo della sentenza – è «divulgazione, trasmissione, offerta e detenzione» di materiale pedopornografico. La pena-base prevista dalla legislazione vaticana è di quattro anni di reclusione e 4mila euro di multa, aumentata in ragione della «continuità del reato» e bilanciata per la concessione delle attenuanti generiche in virtù del «contegno processuale dell’imputato». Mons. Capella è ora detenuto in una cella della caserma della Gendarmeria vaticana. Dopo la condanna penale, il passo successivo potrebbe essere la riduzione allo stato laicale. Nel qual caso, gli atti del processo che si è concluso oggi verrebbero trasmessi alla Congregazione per la dottrina della fede, competente per l’istruzione dell’eventuale processo canonico.

Prima del ritiro in Camera di Consiglio per la sentenza, la seconda e ultima udienza del processo Capella in vaticano – ha riferito il «pool» di giornalisti ammessi in aula – si era conclusa con una dichiarazione spontanea dell’imputato. In piedi e con il clergyman, mons. Capella ha dichiarato: «Gli errori che ho fatto sono evidenti, ed evidente è anche il fatto che si riferiscono a un periodo di fragilità. Sono dispiaciuto che la mia debolezza abbia inciso sulla vita della Chiesa, della Santa Sede e della diocesi e sono addolorato per la mia famiglia». «Spero che questa situazione – ha aggiunto – possa essere considerata un incidente di percorso nella mia vita sacerdotale, che amo ancora di più». «Voglio continuare il sostegno psicologico», ha proseguito Capella. «Spero che questo processo possa essere di qualche utilità nel corretto inquadramento dei fatti», ha concluso.