Cultura & Società

Festival Francescano: «una piazza dove si incontrano posizioni diverse»

«Il tema scelto, ‘Attraverso parole’, vuole ricordare l’incontro tra san Francesco e il Sultano, avvenuto 800 anni fa. Un’esperienza che all’epoca non ebbe molto risalto ma che nei secoli successivi, soprattutto a partire dal 1400, divenne simbolo dell’incontro con il diverso, con il nemico, poiché in piena crociata, in Egitto, un semplice frate di Assisi decise di oltrepassare la frontiera, armato solo del suo saio e della sua fede». Così si è espresso fra Giampaolo Cavalli, presidente del Festival Francescano, aprendo, a Roma, la presentazione dell’XI edizione, che si terrà a Bologna dal 27 al 29 settembre.

La manifestazione è promossa dal Movimento francescano dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con la Fondazione Terra Santa. Oltre un centinaio gli eventi, tutti gratuiti, tra laboratori, spettacoli e momenti dedicati alla spiritualità.

«L’evento – ha proseguito – non propone una riflessione sul dialogo dal punto di vista teorico, ma vere e proprie ‘prove’ di dialogo, anche tra posizioni decisamente distanti tra di loro». Secondo fra Cavalli, «parlare la lingua dell’altro è la chiave dell’incontro»: «Lo stesso San Francesco ci insegna infatti che avvicinarsi a chi ci appare lontano, può essere fecondo di per sé, perché consente di arricchire la propria identità, di gettare semi. Senza cercare però di cambiare l’altro o di farsi plasmare da ciò che si aspetta da noi».

Il presidente del Festival ha infine ribadito che: «Piazza Maggiore si trasformerà in una grande tenda aperta a tutti, dove cercheremo di ricordare che il dialogo non deve servire ad asservire l’altro ma ad includerlo, ad ascoltare il suo punto di vista, creando così solidarietà e, per usare un termine caro ai francescani, fraternità».

«L’edizione 2019 – ha dichiarato fra Dino Dozzi, Direttore scientifico del Festival – vuole essere un’occasione per riflettere sul significato profondo delle parole, di cui è piena la nostra giornata. Parole dette, ascoltate, che spesso sono vuote se non addirittura cariche di violenza. Parole che uccidono, che umiliano, che costringono all’anonimato interi popoli, di cui non vengono riconosciuti i diritti».

«Il Festival cerca di mettere in relazione i valori francescani con argomenti di grande attualità. Non solo dialogo tra religioni, ma anche e soprattutto confronto tra generazioni, culture, generi e discipline», ha affermato Cinzia Vecchi, Direttrice organizzativa del Festival.

Il Festival non propone una mera riflessione sul dialogo ma vere e proprie «prove» di dialogo, anche tra posizioni decisamente distanti tra di loro. Oltre un centinaio gli eventi, tutti gratuiti, tra laboratori, spettacoli e momenti dedicati alla spiritualità.

Nell’illustrare il programma, Cinzia Vecchi, ha ricordato alcuni appuntamenti. Tra i quali: il dibattito sui rapporti tra Occidente e Cina, con l’economista Romano Prodi e il gesuita Antonio SpadaroPaolo Benanti e il matematico Giuseppe O. LongoBrunetto Salvarani, e il teologo musulmano, Adnane Mokrani. Spazio anche all’ambiente, alla musica con Simone Cristicchi, e alla lectio magistralis, tenuta dal domenicano Timothy Radcliffe, sul dialogo fra cristiani e non credenti.

La direttrice organizzativa, nel rammentare il grande successo del 2018 con 60.000 presenze registrate, 3.450 bambini impegnati in attività pensate apposta per loro, si è infine soffermata sull’incontro, alla presenza dell’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi, tra l’ex brigatista Adriana Faranda e la figlia di Aldo Moro, Agnese, che parleranno del percorso di «giustizia riparativa» che le vede coinvolte.

Anche quest’anno, si ripeterà l’iniziativa caritatevole a favore della Mensa di padre Ernesto dell’Antoniano di Bologna, a cui verranno donati dei pasti (nel 2018, 7mila), grazie al pubblico del Festival.