Dossier

A Santiago seguendo una «flecha amarilla»

«Caminante, son tus huellas / el camino, y nada más; / caminante, no hay camino, / se hace camino al andar». «Viandante, sono le tue orme / la strada, e nient’altro, / viandante, non c’è strada / la strada si fa camminando». I versi del grande poeta spagnolo Antonio Machado sono eloquenti e ben noti alla maggior parte dei pellegrini compostellani. Ma se c’è una freccia gialla a indicare il cammino, se c’è una guida che ti dice quello che ti aspetta ma anche la gioia e la gratitudine di chi ha già vissuto quest’esperienza, la fatica è la stessa ma si va avanti con meno timore. Per questo è davvero prezioso il libro di Alessio Barletti «La flecha amarilla», edito da Feeria e introdotto da una presentazione del cardinale Silvano Piovanelli. «Da quello che scrivi – afferma l’arcivescovo emerito di Firenze, rivolgendosi all’autore – si comprende che sei diventato un vero pellegrino. Non solo nei piedi, ma soprattutto nel cuore». E spiega: «Il libro è ricco di tante notizie e avvertimenti e consigli, che danno al tuo scritto l’utilità di una “guida” per chi voglia farsi pellegrino a Santiago. Ma soprattutto, vi si sente vibrare un’esperienza di umanità e di fede, che tu vuoi condividere con chiunque abbia voglia di camminare nella vita col passo del pellegrino».

Alessio Barletti, giovane giornalista mugellano e, si può dire, «figlio d’arte» per quanto riguarda la passione per i viaggi cui è stato «iniziato» dal padre in… tenerissima età (a tre anni!), ha tracciato infatti in questo volume un affresco originalissimo dell’esperienza compostellana, proponendo non un monotono diario di viaggio, ma evidenziando tappa per tappa i tanti diversi aspetti del pellegrinaggio verso Santiago. Dal vento al colore giallo predominante, dalla tattica necessaria per mantenersi in forze al pessimismo che prima o poi ti assale, dai sassi deposti in segno di penitenza ai piedi della Cruz de Hierro, il punto più alto dell’intero percorso, agli immancabili imprevisti, dal milione e centomila passi – passo più, passo meno – necessari a raggiungere Santiago da Roncisvalle al bastone, indispensabile compagno del pellegrino assieme alla tradizionale conchiglia. E ancora, le tante chiese incontrate, i ritmi di vita spagnoli cui è necessario adeguarsi, lo zaino da riempire con cura e intelligenza, i piedi da curare ogni sera e via dicendo… fino all’arrivo al Monte del Gozo, cioè della gioia, da dove per la prima volta si possono vedere le guglie della cattedrale di Santiago.

Il resto è nel libro, assieme a una preziosissima appendice con tanti consigli utili per gli aspiranti pellegrini, oltre a un riepilogo chilometrico e altimetrico delle tappe e all’elenco degli alberghi, locande e posti tappa vari dov’è possibile pernottare. Non mancano, nelle ultime pagine, le riproduzioni della «Credenziale» del pellegrinaggio, ricoperta di «sellos» (timbri) a testimonianza del passaggio dai vari posti tappa, e della «Compostela», il «diploma» di arrivo da esibire con una punta di comprensibile orgoglio. Un libro, insomma, tutto da leggere, anche da chi non ha al momento intenzione di partire, tenendo però presente che c’è una buona possibilità che finisca per cambiare idea prima dell’ultima pagina e vada a unirsi alle centinaia di migliaia di pellegrini (250 mila nel 1999, su un totale di oltre 9 milioni di visitatori alla tomba del Santo) che a piedi, ma anche in bici o a cavallo si recheranno per questo nuovo Giubileo a Santiago.Marco Lapi

Alessio Barletti, «La flecha amarilla. Sul Camino di Santiago», Edizioni Feeria – Comunità di San Leolino, Firenze 2003, pp. 224, e 14,50.