Italia
1° MAGGIO CON IL PAPA PER I 50 ANNI DELLA FESTA DI SAN GIUSEPPE LAVORATORE
I problemi del mondo del lavoro rappresentano un tema sul quale si gioca la persona umana. In questo mondo globalizzato è importante riporre al centro dell’attenzione la persona e, quindi, è necessario che il lavoro sia umanizzato e non sia ridotto a merce. Così don Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, ha spiegato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, il senso dell’iniziativa 1°maggio: i lavoratori cristiani in piazza San Pietro con il Papa, promossa dalla Cei per i cinquant’anni della festa di San Giuseppe lavoratore. Il primo maggio – ha detto Tarchi – pone dentro di sé il tema lavoro-riposo, lavoro-festa. In questo senso vivere in chiave religiosa e liturgica il lavoro vuol dire che noi vogliamo salvaguardare sempre più questa dinamica fra tempo del lavoro e tempo della festa. È l’occasione per guardare il tempo del lavoro con uno sguardo contemplativo che è quello di cui ha bisogno la nostra società.
L’iniziativa è stata presentata nell’ambito degli eventi e delle manifestazioni per celebrare il 60° anniversario delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) che si svolgeranno alla vigilia del 1° maggio. Compiendo sessant’anni – ha detto al Sir Luigi Bobba, presidente delle Acli – non vogliamo ritirarci in una dignitosa pensione, ma con il recupero delle origini e con lo sguardo rivolto al futuro, inquieti di fronte alle sfide del presente, intendiamo rinnovarci e pensare in che modo la tutela del lavoro, della cittadinanza e la promozione sociale possono essere reincarnati.