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DROGA, CNCA: LA LEGGE FINI NON È EMENDABILE. VA RISCRITTA DACCAPO

“La legge Fini non è emendabile ma va riscritta daccapo”. E’ la conclusione cui sono giunti gli oltre mille partecipanti alla “Conferenza per un progetto delle Regioni sulle dipendenze” (Bologna, 7-8 febbraio), organizzata dal cartello nazionale “Non incarcerate il nostro crescere”, coordinato dal Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza), sette amministrazioni regionali (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria) e la Provincia autonoma di Bolzano.

“La funzione strategica della prevenzione – secondo il Coordinamento – deve partire dalla constatazione di un aumento generalizzato dei consumi e dal fatto che la sperimentazione di droghe sta diventando sempre più un elemento dei ‘normali’ contesti giovanili del divertimento. Appaiono, dunque, poco incisivi interventi di prevenzione fondati su richiami ideologici e non calibrati su persone, contesti e sostanze differenti, ognuno dei quali richiede proprie modalità di azione”. La Conferenza, si legge nel comunicato, “riconosce l’importanza – anche scientifica – dei ‘servizi di prossimità’, cioè di quegli interventi che si impegnano nel contattare i possibili consumatori di droghe, a cominciare dal mondo giovanile, nei luoghi dove essi si incontrano (la strada, le discoteche e i luoghi del divertimento, ecc.), all’insegna del principio: “esserci prima, per lavorare meglio dopo”.

Tali interventi si offrono sul territorio come accoglienza, dialogo e vicinanza per più soggetti: dai settori più emarginati delle persone tossicodipendenti ai mondi giovanili che sperimentano sempre nuove sostanze e inediti stili di consumo”.

Infine tutti gli addetti ai lavori “si sono trovati concordi nel denunciare il rischio che la legge Fini rappresenta per il sistema carcere. I detenuti italiani già oggi sono costretti a vivere in una situazione di grave sovraffollamento, con una qualità della vita deteriorata e quasi ovunque al di sotto degli standard anche minimi di tutela della salute e degli altri diritti fondamentali. L’entrata in vigore della legge porterebbe in carcere un enorme numero di persone, provocando – presumibilmente – tensioni e conflitti esplosivi. Il sistema carcerario italiano non è in grado di reggere l’impatto della proposta del Governo”.Sir