Italia

ESENZIONI ICI AL NO PROFIT, IL GOVERNO PRESENTA EMENDAMENTO; SALESIANI: SALVAGUARDARE SCUOLE PARITARIE

La riforma delle esenzioni Imu (ex Ici) è affidata ad un emendamento presentato venerdì sera dal governo al dl sulle liberalizzazioni, in esame al Senato (testo dell’emendamento). Il nuovo regime fiscale dovrebbe partire dal 1° gennaio 2013 e non avrà effetti di sanatoria, rispetto al passato. L’emendamento prevede che all’articolo 7 della legge istitutiva dell’Ici (n. 504 del 30 dicembre 1992) là dove si prevede l’esenzione per otto attività, vengano aggiuntante le parole “con modalità non commerciale”. L’Ici, o per meglio dire l’Imu, sarà esclusa per le unità immobiliari totalmente a uso religioso; qualora – recita il comunicato del governo – “l’unità immobilirare abbia utilizzazione mista l’esenzione si applica solo alla frazione di unità nella quale si svolge l’attività di natura non commerciale, se identificabile attraverso l’individuazione degli immobili o porzioni di imobili adibiti esclusivamente a tale attività“. L’emendamento prevede anche l’eventualità in cui non sia possibile distinguere compiutamente le arre di attività esentate dalle altre, in tal caso “l’esenzione si applica in proporzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile quale risulta da apposita dicharazione”. Spetta dunque ad un successivo decreto del ministero dell’Economia fissare, entro 60 giorni dalla conversione del decreto liberalizzazioni, “modalità e procedure relative alla predetta dichiarazione e gli elementi rilevanti ai fini dell’individuazione del rapporto proporzionale”. Il governo ritiene che gli effetti benefici sul gettito delle imposte che deriveranno dalla riduzione dell’area delle esenzioni “potranno essere destinate, per la quota di spettanza statale, all’alleggerimento della pressione fiscale”, però Monti riconosce che al momento non è possibile quantificare le “maggiori entrate”, accertabili solo “ a consuntivo”. Il vero nodo che dovrà essere chiarito in sede di presentazione dell’emendamento, ma soprattutto con il previsto decreto attuativo, sarà quello di precisare cosa si intenda per “modalità commerciali” dell’attività svolta. L’apporto di convenzioni con gli enti pubblici o la riscossione di corrispettivi anche simbolici verrà considerata “modalità commerciale”? Se sarà così, di fatto scompariranno quasi completamente le esenzioni per gli otto settori di attività previsti dalle legge istitutiva dell’Ici. Anche una mensa per i poveri, che riceve un contributo pubblico, potrebbe esserne esclusa. Altro nodo da sciogliere, quello delle scuole paritarie. Tra l’altro qui si porrebbe un problema di “concorrenza sleale” al contrario, visto che le scuole pubbliche sono esenti dall’Ici. Per i Salesiani, una delle congregazioni più attive in questo settore, “l’eventuale applicazione dell’ICI-IMU alle Scuole paritarie non sarebbe giusta né equa”. Le scuole gestite dai salesiani sono 140, per un totale di 25.487 allievi e 2.279 docenti, a cui si aggiungono 52 Centri di Formazione Professionale, con 1.749 corsi, 24.779 allievi e 2.221 formatori. Il provvedimento sarebbe in contrasto con le leggi che prevedono che le scuole non statali “hanno i medesimi doveri e diritti delle scuole statali, poiché svolgono un servizio pubblico e concorrono ai medesimi fini”. Quindi, “non possono essere considerate commerciali quelle attività che erogano un servizio che ha rilievo pubblico, è destinato all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione, tende ad assicurare fondamentali diritti di cittadinanza, come il diritto allo studio e il diritto all’istruzione e formazione professionale”.