Italia

Famiglie: Uecoop, in 6 Regioni su 10 tagli a spesa sociale. Serve «nuovo welfare pubblico/privato»

E se i Comuni più grandi sopra i 60mila residenti sono riusciti a garantire gli stesso livelli di investimento sul sociale – rileva Uecoop – i piccoli centri fino a 10mila abitanti hanno tagliato di oltre il 4,5% la spesa sociale pro capite, mentre ancora peggio è andata per i comuni fra i 20mila e i 60mila abitanti dove la riduzione ha superato il 5%. Nell’ambito di una generale riorganizzazione dei servizi di assistenza alle famiglie e alle fasce più deboli della popolazione, dagli anziani ai disabili, dai senzatetto alle persone a basso reddito è strategico gestire nel modo più razionale possibile le risorse – sottolinea Uecoop – sviluppando un nuovo welfare pubblico/privato in grado di coinvolgere il meglio delle 9.700 cooperative sociali che operano in Italia e dove i bisogni delle comunità sono molto diversificati e ricevono risposte differenti anche in base alle disponibilità finanziarie dei comuni, sempre più stretti fra vincoli di bilanci e crisi.

In Sicilia la spesa sociale pro capite nei Comuni dell’Isola è crollata del -18,2% passando da 121 a 99 euro, in Campania è scesa da 96 a 81 euro con un risultato negativo del -15,6% e in Umbria si è scivolati da 117 a 104 con un -11,1%. Secondo Uecoop, la Calabria «pur registrando un calo del – 4% ha in valore assoluto il risultato peggiore a livello nazionale con appena 73 euro».

Fra i Comuni delle Regioni del nord, risultati negativi si trovano in Piemonte (-4,1%) e in Emilia Romagna (-3,5%) dove però la spesa pro capite si attesta rispettivamente a 118 e 167 euro. Il record di investimenti pro capite sul sociale spetta però ai comuni del Friuli Venezia Giulia con 346 euro, seguiti dalla Sardegna con 309, e dalle provincie di Bolzano con 275 e Trento con 218 euro.

 «La sfida del futuro – afferma Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza a fronte di una spesa sanitaria delle famiglie che nell’ultimo anno è già salita dell’8% arrivando a 123 euro al mese, mentre ci sono 12,2 milioni di italiani che, secondo il Censis, rinunciano a curarsi per difficoltà economiche, oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche».

È però fondamentale, sostiene Uecoop, «risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione che riguardano un po’ tutti i servizi, compresi quelli forniti dalle cooperative». Secondo un’elaborazione di Uecoop su dati Mef – in Italia il 60% degli enti pubblici come comuni, province, aziende sanitarie, pagano in ritardo con tempi che possono superare i 700 giorni sulla scadenza delle fatture mettendo a rischio bilanci e sopravvivenza delle aziende, che spesso devono chiudere. «Il numero delle fatture pagate in ritardo ha toccato quota 16 milioni per un importo che supera i 77 miliardi di euro – conclude Uecoop – rappresentando una vera e propria patologia degli enti pubblici, da nord a sud della Penisola, per la quale è necessario trovare subito delle soluzioni concrete come accordi con il mondo del credito e tavoli di confronto con gli enti pubblici per sbloccare le situazioni più gravi».