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GIOVANNI PAOLO II: IL SERVIZIO CIVILE E’ UN SEGNO DEI TEMPI

Migliaia di sciarpe bianche con il logo del servizio civile: è la fotografia scattata, sabato 8 marzo, nell’Aula Paolo VI, durante l’udienza concessa dal Papa agli obiettori e volontarie del servizio civile nazionale. Erano circa 9 mila i ragazzi e le ragazze presenti, tutti desiderosi di “testimoniare il valore dell’esperienza del servizio civile”. A loro il Santo Padre ha ricordato come “attraverso la scelta dell’obiezione di coscienza e il servizio civile, si è intensificata la cooperazione tra la Chiesa, i giovani e il territorio”. Per questo, il Pontefice ha espresso “apprezzamento per la professionalità e la dedizione con cui andate incontro a quanti si trovano in difficoltà, pronti ad offrire loro il vostro sostegno”.

Giovanni Paolo II ha quindi analizzato le motivazioni che spingono ragazzi e ragazze a tale scelta: “Fra di voi ci sono alcuni che, per convinzione personale profonda, hanno scelto di svolgere questo servizio in luogo di quello militare. Altri, beneficiando delle nuove normative, hanno deciso di consacrare alcuni anni della loro gioventù alla nobile causa del bene comune, per costruire una società imperniata sui valori umani e spirituali, diffondendo la cultura dell’accoglienza e della solidarietà”.

In questo momento storico, ha proseguito il Papa, “si potrebbe dire che il Servizio Civile costituisce un ‘segno dei tempi'” e “la Chiesa, collaborando con le istituzioni civili alla ridefinizione del quadro giuridico entro cui dar vita al nuovo servizio civile, intende fare spazio a questa preziosa riserva di energie”. A riguardo, il Santo Padre ha ribadito “alcune importanti coordinate” sottolineate dai vescovi: “la formazione della persona, la scelta preferenziale per i poveri e gli emarginati, la diversificazione delle proposte secondo gli interessi e le attese dei giovani, il rilancio del s ervizio civile quale contributo al bene comune, l’attenzione alle situazioni locali e a quelle dei Paesi emergenti o segnati dalla guerra”. Le recenti novità, quali l’apertura del servizio civile alle donne e il passaggio ad un servizio militare libero, “hanno moltiplicato, secondo Giovanni Paolo II, le opportunità d’impiego di volontari in Italia e in altri Paesi, specialmente del Terzo Mondo. Penso, tra l’altro, al progetto di istituire corpi civili di pace in ambito europeo e mondiale con modalità di formazione e di crescita più incisive”.

Il pensiero del Papa, nel giorno dedicato alla donna è andato, infine, alle tante volontarie presenti in aula: “mi piace quest’oggi, giorno dedicato alla donna, ricordare il contributo che proprio tante donne, attraverso il servizio civile nazionale, hanno dato e continuano ad offrire al consolidarsi delle comunità civili ed ecclesiali”.

Nel 2002 gli obiettori in servizio sono stati 60.000, mentre 8.000 sono state le ragazze avviate al servizio civile.

Ecco il testo del discorso che Giovanni Paolo II ha rivolto ai volontari e agli obiettori di coscienza:

1. Benvenuti, cari amici, che fate parte della vasta famiglia del servizio civile! Grazie per questa visita, che mi offre l’opportunità di conoscervi meglio e di esprimervi apprezzamento per la professionalità e la dedizione con cui andate incontro a quanti si trovano in difficoltà, pronti ad offrire loro il vostro sostegno.

Vi saluto con affetto. In particolare, saluto l’On. Carlo Giovanardi, Ministro per i rapporti con il Parlamento, e lo ringrazio per essersi fatto interprete dei comuni sentimenti, illustrando al tempo stesso le attività e le prospettive del servizio civile in Italia.

Fra di voi ci sono alcuni che, per convinzione personale profonda, hanno scelto di svolgere questo servizio in luogo di quello militare. Altri, ragazzi e ragazze, beneficiando delle nuove normative concernenti il servizio civile nazionale, hanno deciso di consacrare alcuni anni della loro gioventù alla nobile causa del bene comune, per costruire una società imperniata sui valori umani e spirituali, diffondendo la cultura dell’accoglienza e della solidarietà.

2. Dalle parole dell’On. Giovanardi ho potuto intuire quanto vasto sia il vostro campo d’azione: dalla tutela dei diritti delle persone all’educazione alla pace e alla cooperazione a livello nazionale e internazionale. Le vostre attività spaziano dalla formazione dei minori all’assistenza domiciliare e ospedaliera, all’inserimento occupazionale di portatori di handicap, alla promozione culturale, alla salvaguardia del patrimonio storico e alla protezione civile e ambientale.

L’apertura del servizio civile alle donne e il passaggio ad un servizio militare libero hanno moltiplicato le opportunità d’impiego di volontari in Italia e in altri Paesi, specialmente del Terzo Mondo. Penso, tra l’altro, al progetto di istituire corpi civili di pace in ambito europeo e mondiale con modalità di formazione e di crescita più incisive.

3. Si potrebbe dire che il servizio civile costituisce, nell’attuale momento storico, un “segno dei tempi”. Anche la Chiesa intende fare spazio a questa preziosa riserva di energie, collaborando con le Istituzioni civili alla ridefinizione del quadro giuridico entro cui dar vita al nuovo servizio civile. Per tale ragione, i Vescovi hanno voluto ribadirne alcune importanti coordinate, quali la formazione della persona, la scelta preferenziale per i poveri e gli emarginati, la diversificazione delle proposte secondo gli interessi e le attese dei giovani, il rilancio del servizio civile quale contributo al bene comune, l’attenzione alle situazioni locali e a quelle dei Paesi emergenti o segnati dalla guerra.

Attraverso la scelta dell’obiezione di coscienza e il servizio civile, si è intensificata la cooperazione tra la Chiesa, i giovani e il territorio. Ciò ha reso possibile, sin dal 1976, la programmazione di itinerari di crescita umana e cristiana con significative e diversificate esperienze di solidarietà. In questo contesto, mi piace quest’oggi, giorno dedicato alla donna, ricordare il contributo che proprio tante donne, attraverso il servizio civile nazionale, hanno dato e continuano ad offrire al consolidarsi delle comunità civili ed ecclesiali.

Vorrei, infine, ricordare ciò che il beato Giovanni XXIII scriveva esattamente quaranta anni or sono nell’Enciclica Pacem in terris. “A tutti gli uomini di buona volontà – egli notava – spetta un compito immenso: il compito di ricomporre i rapporti della convivenza nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà” (n. 87). Cari amici del servizio civile, siate ogni giorno più convinti del valore della vostra missione. La Vergine Maria, sublime modello di servizio a Dio e ai fratelli, vi accompagni e sempre vi protegga. Io vi assicuro la mia preghiera, mentre tutti vi benedico di vero cuore.