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IMMIGRAZIONE, DIRETTIVA VIMINALE: A CASA ANCHE IN ATTESA RINNOVO SOGGIORNO

Potranno tornare nei loro Paesi di origine senza il rischio di venire poi respinti alla frontiera al rientro in Italia, gli immigrati che aspettano il rinnovo del permesso di soggiorno. Lo stabilisce una circolare emanata dal Dipartimento di pubblica sicurezza ed indirizzata a tutte le questure ed alla polizia di frontiera, su indicazione del ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu. Erano tanti gli stranieri bloccati in Italia per paura di non poter rientrare una volta usciti dal Paese. Ora il provvedimento del Viminale consentirà loro di rientrare in Patria per le vacanze e per altre necessità familiari e di ritornare regolarmente in Italia. L’autorizzazione all’uscita ed al reingresso nel territorio nazionale, diramata dal capo della polizia, Gianni De Gennaro, vale dall’1 luglio al 30 settembre e riguarda i cittadini extracomunitari che hanno presentato istanza per il rinnovo del permesso di soggiorno alle questure e che sono in possesso della relativa ricevuta. Per godere dell’autorizzazione, gli stranieri devono però rispettare alcune condizioni: l’uscita ed il rientro dal territorio nazionale dovrà avvenire attraverso lo stesso valico di frontiera; il cittadino dovrà esibire il passaporto, o documento di identità equivalente, la ricevuta della presentazione della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, copia o originale del permesso di soggiorno scaduto o del quale è stato chiesto l’aggiornamento; il personale preposto a controlli di frontiera provvederà ad apporre il timbro di uscita oltre che sul passaporto, anche sulla ricevuta; il viaggio non dovrà prevedere il transito in altri paesi Schengen. Per evitare l’intasamento dei centralini delle questure con le telefonate degli stranieri che chiedono informazioni, il Dipartimento di pubblica sicurezza fa sapere che sul sito del ministero dell’Interno e su quello della polizia di Stato sarà possibile consultare il testo della circolare, redatta dal direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, prefetto Alessandro Pansa.

Il provvedimento ha ricevuto il plauso del responsabile immigrazione di Alleanza nazionale, Giampaolo Landi di Chiavenna, che ha però criticato le incombenze burocratiche che gravano sulle questure. «È giusto – ha riconosciuto Landi – l’espatrio temporaneo degli immigrati in osservanza delle disposizioni della circolare emanata dal Dipartimento di Pubblica sicurezza, ma – ha sottolineato – il provvedimento del Viminale non risolve a monte il problema dei lunghi tempi burocratici per la concessione del permesso di soggiorno e soprattutto la questione delle migliaia di operatori del settore sicurezza preposti alla risoluzione di tali incombenze invece che alla funzione primaria della sicurezza del territorio”. Landi ha rimarcato «la necessità di intervenire per liberare da mansioni meramente amministrative migliaia di poliziotti che dovrebbero invece impegnarsi nel fermo contrasto all’immigrazione clandestina».

Anche l’Arci ha riconosciuto la bontà del provvedimento, ma ha contestato la politica del Governo sull’immigrazione. Il responsabile immigrazione dell’associazione, Filippo Miraglia, ha parlato di «caos totale nelle questure, che hanno accumulato ritardi lunghissimi». Questo caos, ha osservato, «è il risultato della politica del Governo, che fa finta che l’immigrazione non esiste, minimizza la questione, mettendo in pericolo la stabilità di tante persone”. Più in generale, ha aggiunto, «è necessario modificare il rapporto tra stranieri e Stato, attraverso il trasferimento delle competenze, almeno per i rinnovi, dalle questure agli enti locali: bisogna, insomma, ‘civilizzare’ questo rapporto. Se uno straniero è regolare, non si capisce perché debba andare dalla polizia per il rinnovo del permesso di soggiorno». (ANSA).