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MONS. BAGNASCO: FAMILY DAY, TESTIMONIANZA A FAVORE DEL MATRIMONIO E APPELLO NON TRASCURABILE PER LA POLITICA

“Una testimonianza forte e corale a favore del matrimonio quale nucleo fondante e ineguagliabile per la società”, che “rimarrà come un segno forte nell’opinione pubblica e come un appello decisamente non trascurabile per la politica”. Questo, in sintesi, il Family Day, nelle parole pronunciate da mons. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in apertura della 57ma Assemblea generale dei vescovi italiani (testo integrale della Prolusione di mons. Bagnasco). Con il Family Day, secondo Bagnasco, “è la società civile che si è espressa in maniera inequivocabile e che ora attende un’interlocuzione istituzionale commisurata alla gravità dei problemi segnalati”. Per la Cei, “l’ottima riuscita del Family Day”, con un numero di partecipanti che è andato “oltre certamente il milione”, costituisce “un fatto molto importante”, e soprattutto un segno della “maturità dei laici”. “Concepita come un’autentica festa di popolo – ha detto Bagnasco – questa manifestazione ha colpito per freschezza e serenità, e per quel senso civico di rispetto degli altri, di proposta e di inclusione”. Da segnalare, “la sinergia con i media cattolici” e “la convergenza con settori qualificati dell’area laica, oltre che con taluni esponenti evangelici, delle comunità ebraiche e di settori del mondo islamico”.

“I fallimenti scolastici, la dipendenza dalle droghe e le violenze diminuiscono nella misura in cui si sviluppano politiche di sostegno economico e sociale della famiglia”: per questo “è del tutto conveniente che si rimuovano gli ostacoli che impediscono di avere il numero di figli desiderati, e di conciliare il lavoro con la famiglia”, ha proseguito mons. Angelo Bagnasco. Per garantire “la più ampia protezione della famiglia da ogni forma di discriminazione”, secondo la Cei bisogna “parlare di stabilità della famiglia, quale risorsa preziosa, anzi ‘insostituibile’, in ordine allo sviluppo educativo, alla coesione sociale e alla stessa crescita economica”, partendo dalla constatazione che “la famiglia si sta mostrando, in tutti i Paesi e in tute le culture, come l’elemento fondamentale per la coesione sociale delle diverse generazioni”. Tra i “travisamenti” del concetto di famiglia, rientrano “le accuse di omofobia alla Chiesa e ai suoi esponenti”: una “critica ideologica e calunniosa”, che “contrasta con lo spirito e la prassi di totale e cordiale accoglienza verso tutte le persone”, ha detto Bagnasco, mettendo in guardia dall’“intolleranza prevaricatrice”.

Mons. Bagnasco ha poi lanciato un grido d’allarme per la famiglia monoreddito con più figli a carico che “spesso con difficoltà arriva alla fine del mese”, ed è dunque la categoria “più esposta” al rischio povertà.  Il presidente dei vescovi italiani si è soffermato sulla “progressiva crescita del disagio economico sia di una larga fascia di persone sole e pensionate, sia delle famiglie che fino a ieri si sarebbero catalogate nel ceto medio”, cui si aggiunge “un ulteriore schiacciamento delle famiglie che avremmo già definito povere”. E’ soprattutto dalle “tipologia” delle famiglie monoreddito con più figli a carico “che viene oggi alle nostre strutture una richiesta larga e crescente di aiuto – anche con i pacchi viveri che parevano definitivamente superati – per lo più mascherata e nascosta per dignità”. Senza contare l’incidenza di altri fenomeni, come “la disoccupazione di lunga durata”, che “quando colpisce i genitori di oltre 40 anni, diventa terreno fertile per l’alcolismo e dipendenze varie”; la situazione delle donne, che “gravate da tassi di disoccupazione più alti degli uomini, hanno livelli retributivi più bassi, e quando sono madri sole con figli a carico non ce la fanno senza un ricorso ai vecchi genitori”.

Ci sono poi le difficoltà dei giovani, che “si trovano oggi in un mercato immobiliare fuori dalla loro portata, e il loro bilancio familiare deve dall’inizio scontare un costo dell’affitto troppo elevato per gli stipendi correnti, specialmente quando il lavoro è ancora precario”: tutto ciò, naturalmente, “incide non poco anche nel progettare il loro futuro”. “Come cittadini e come cristiani – l’ammonimento del presidente della Cei – è sbagliato pensare alla collettività di cui si fa parte senza tener conto che ci sono sempre delle persone che stanno peggio di noi. Senza avvertire il vincolo di solidarietà che ci lega agli altri e il dovere che tutti abbiamo – con responsabilità specifiche – in ordine alla costruzione del bene comune”. Per Bagnasco, in altre parole, “c’è un’accortezza nello spendere che va salvaguardata sempre, sia per rispetto di chi non ha nulla, sia per poter dare qualcosa del nostro agli altri”. Nelle nostre comunità, dunque, “va promossa, con garbo e costanza, l’attitudine al dono, specie nei tempi forti dell’anno”, partendo dalla consapevolezza che si può “sopperire alle crescenti richieste solo se c’è alle spalle una dinamica comunitaria capace di rifornire con sufficiente continuità gli sportelli aperti all’aiuto”.  (Fonte: Sir)

Il testo integrale della Prolusione di mons. Bagnasco