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Novità Seo: intervista ad Andrea Preite

Da dove iniziamo?

Per Google i principi EAT continuano a rimanere fondamentali. EAT è l’acronimo di Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness: in pratica, competenza, autorevolezza e affidabilità. Sono questi i fattori su cui si basa il motore di ricerca per capire se in una pagina sono presenti o meno contenuti di qualità. Nel frattempo, continua a progredire la ricerca predittiva. Google Discover è stato lanciato ormai 4 anni fa, e da allora ha dato il la a una nuova tipologia di ricerca per la quale non servono neppure le query degli utenti. Il sistema fa riferimento a meccanismi di AI, vale a dire intelligenza artificiale, e ha la capacità di suggerire contenuti. In maniera graduale, infatti, impara a capire quali sono le abitudini e le preferenze degli utenti.

Che rapporto c’è tra la SEO e l’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale è destinata a rivestire una funzione di primaria importanza per ciò che concerne l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Essa, infatti, sta rivoluzionando il modo con il quale gli utenti interagiscono con le informazioni e i contenuti presenti in Rete. RankBrain è un algoritmo che è stato lanciato da Google pochi anni fa e che si fonda proprio su meccanismi di intelligenza artificiale: oggi è coinvolto nella definizione dei risultati di ricerca che vengono visualizzati dagli utenti. Per ottimizzare la SEO tenendo conto di RankBrain è necessario tenere conto della user experience: gli utenti vanno coinvolti e indotti a interagire con i contenuti. Questi, pertanto, devono essere organizzati in maniera appropriata e collocati nella pagina nei punti giusti.

La ricerca locale è altrettanto importante, vero?

Sì, i suoi elenchi dovranno essere tenuti sempre più in considerazione dalle strategie SEO. Quasi tutte le persone si servono della Rete per mettersi in cerca di servizi o di prodotti che si trovano in un punto ben preciso, che si tratti di un negozio di scarpe, di una banca, di una stazione ferroviaria, e così via. È evidente, dunque, che la SEO deve avere la capacità di rispondere a questo bisogno di informazioni. Si tratta di query che rientrano nel novero delle ricerche cosiddette zero-click: una tipologia nuova che fa sì che non vi sia bisogno di cliccare su un sito per avere le informazioni che si stanno cercando, in quanto queste sono già disponibili nella SERP. Nel caso in cui si sia in grado di ottimizzare i propri contenuti per rispondere a quesiti simili, il sito sarà preso da Google come punto di riferimento affinché gli utenti possano vedere soddisfatte le proprie richieste.

La SEO nel 2021 si basa anche sulle immagini?

Sì, come per altro è vero da molto tempo, ormai. Ma oggi è ancora più importante ottimizzare le immagini, in quanto tale aspetto contribuisce a determinare la qualità di un sito. È bene prestare attenzione alle URL diverse tra mobile e desktop, ricordandosi di digitare gli attributi Alt e controllarli sempre. La qualità delle immagini è fondamentale, e lo stesso vale per i video. Il posizionamento di tali contenuti deve assicurare la massima coerenza tra mobile e desktop. Per esempio, se il contenuto è in primo piano su desktop, è auspicabile che da mobile non serva un numero eccessivo di scroll.

Quali sono i fattori di ranking più significativi per il 2021?

Al primo posto si deve mettere sempre la user experience, e di conseguenza nel novero dei fattori di ranking indispensabili vanno inserite l’usabilità e l’ottimizzazione del sito. Si deve uscire dall’equivoco secondo il quale la SEO si basa unicamente sulle parole chiave, perché non è così: o, almeno, ora non lo è più. Ci sono un sacco di aspetti, invece, che è indispensabile tenere in considerazione a questo scopo: i link interni, l’architettura del sito, il tempo di caricamento delle immagini, la presenza di un motore di ricerca interno, il menù, e così via. Ogni dettaglio deve mirare alla velocità e alla semplicità di utilizzo del sito, che deve essere in grado di mettere a disposizione degli utenti quello di cui hanno bisogno.

Come si articola il tuo lavoro?

Con 1.000 ore di formazione e 20 anni di esperienza penso di essermi guadagnato un ruolo di primo piano nel settore del business online. Mi occupo di questo ambito dal 2000, e mi baso su anni di studio per aiutare chi si rivolge a me nella crescita, non solo personale ma anche professionale. Invito chi fosse interessato a visitare il sito andreapreite.com, dove condivido tutto ciò che ho imparato e continuo a imparare con le persone che vogliono sfruttare le infinite potenzialità economiche e culturali del web.