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Porto Alegre, un «forum» che cambia

di Patrizia Caiffa L’inaugurazione, il 26 gennaio, della quinta edizione del Forum sociale mondiale a Porto Alegre (Brasile), è stata ricca di colori e suoni, tamburi, ritmi latinoamericani e slogans, ancora più degli anni precedenti. Oltre centomila persone sono sfilate lungo il Rio Guaíba, dando vita ad una manifestazione mondiale per protestare contro i rapporti di potere del mondo d’oggi. Una protesta pacifica per chiedere una globalizzazione diversa, la “globalizzazione della solidarietà” come scritto sulle bandiere della Caritas, che a Porto Alegre è rappresentata da una consistente delegazione italiana e internazionale, soprattutto da America Latina, Europa, Asia, Africa. Il clamore di tutta la manifestazione si è espresso con simpatia e allegria, alla maniera brasiliana, un’atmosfera divertita e di divertimento “che farebbe bene alle manifestazioni che si svolgono anche da noi”, osserva don Guido Miglietta, della Caritas italiana.

Prima dell’apertura del forum la delegazione Caritas aveva incontrato nei giorni scorsi la Chiesa di Salvador da Bahia, visitando anche la parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe, in una favela di 140.000 abitanti dove operano sacerdoti fiorentini a sostegno del parroco locale. Mentre a Porto Alegre, nella mattinata prima dell’apertura del Forum si è svolta, nella parrocchia della Virgen Pompeia, retta dagli scalabriniani, la celebrazione eucaristica con tutti i partecipanti delle reti cattoliche presenti al Forum, più di 600 persone, tra cui tre vescovi e dodici sacerdoti concelebranti.

La Caritas italiana, presente con 24 delegati in rappresentanza delle diverse Regioni, animerà al Forum alcuni incontri: il 28 gennaio sul tema dei “conflitti dimenticati”; il 29 gennaio sugli Obiettivi di sviluppo del millennio, per rilanciare la Campagna internazionale che vuole ricordare a governi ed istituzioni gli impegni assunti nel 2000, primo fra tutti il dimezzamento della povertà nel mondo entro il 2015.

Inoltre è prevista la partecipazione di Caritas italiana a momenti di dibattito sul tema della tratta di esseri umani. Abbiamo raggiunto telefonicamente a Porto Alegre mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana.

Da cosa è caratterizzata la partecipazione dei cattolici italiani, e della Caritas nello specifico?

“L’obiettivo concreto che guida il nostro impegno pastorale è sempre quello di coniugare insieme le azioni di tutela dei diritti dei più poveri, con percorsi educativi atti a promuovere scelte e stili di vita consoni ad una cittadinanza planetaria piena. Come rete internazionale Caritas abbiamo intenzione di concludere il Forum portando a casa delle proposte concrete. Per noi rappresenta un’occasione di confronto positivo e propositivo, e la riflessione confluirà in un documento su prospettive e strade concrete per un’autentica globalizzazione della solidarietà”.

A Davos si sta svolgendo il Forum economico mondiale. Come dialogare con i «grandi»?

“Ad esempio con la Campagna per gli obiettivi del millennio, che abbiamo intrapreso con diversi organismi italiani e internazionali: intendiamo portare al tavolo dei ‘grandi’ le questioni, le esperienze, i problemi. Dobbiamo fare pressione sui governi del mondo in termini di partecipazione, coinvolgimento e corresponsabilità. Ma al tempo stesso fare, a livello locale, un’azione di sensibilizzazione, informazione ed educazione che porti la gente a cambiare gli stili di vita. Come Caritas siamo maggiormente impegnati su questo aspetto, soprattutto a livello parrocchiale, dando stimoli alle persone perché si sentano responsabili all’interno dei cammini di giustizia e solidarietà”.

Nella vostra partecipazione al Forum avete ribadito la volontà di evitare strumentalizzazioni. Qual è l’impressione, in questo senso?

“L’impressione che si ha è che si sia attutita la politicizzazione dell’evento, che poteva creare problemi portando verso forme estreme che non permettono una partecipazione più ampia. In realtà il Forum è un’occasione per concentrare in pochi giorni tantissimi volti ed esperienze, che dimostrano la ricchezza delle società civili di tutto il mondo nella lotta alla povertà e alle ingiustizie”.

Cosa e come è cambiato negli anni il Social forum?

“Secondo noi c’è un crescere sereno, ordinato, attento, partecipe e ampio di vasta parte del mondo solidale, ecclesiale e laico. Va molto crescendo la partecipazione delle persone concretamente impegnate a fianco dei più poveri, che coniugano azioni di solidarietà ad azioni capaci di stimolare la politica e l’economia verso scelte più giuste”.

Quanto incidono, a livello globale, iniziative di questo tipo?

“Il mercato alternativo, ad esempio, è molto cresciuto e sta crescendo. La stragrande maggioranza di tutto ciò che viene venduto al Forum è messo a disposizione dal mercato alternativo. È un piccolo segno per dire come iniziative di questo tipo, se portate avanti veramente all’interno delle finalità per cui sono state ideate, hanno portato e portano a scelte opportune e ad importanti cambiamenti”.