Lettere in redazione

Il libro di Nuzzi e le librerie cattoliche

Il libro di Nuzzi Sua Santità io non lo acquisterò mai per rispetto e per non finanziare liquame. Sono però rimasto molto amareggiato quando ho saputo che questo libro è quasi in testa alle classifiche di vendita. Mi riferisco semplicemente a quello che leggo su questo settimanale nella rubrica dei libri più venduti nelle librerie cattoliche. È proprio vero che i soldi non hanno odore. Se in un bar al posto dell’espresso si chiede un grammo di eroina, pensate che il barista si precipiti subito a cercarla nel retro per servire il cliente? Capita che le stesse librerie «cattoliche» (si fa per dire!) fanno tante storie nell’esporre alcuni miei libri che stanno facendo del bene a tante persone, dicendo che hanno un taglio troppo carismatico e poi parlo del demonio. Due pesi e due misure!

Don Beppino CòParroco a Zeri (Massa)

Caro don Beppino, la sua lettera è come al solito un’utile «provocazione» (nel senso migliore del termine), perché ci spinge a riflettere. Le confesso che io il libro l’ho acquistato, perché credo che chi si occupa di informazione religiosa debba leggerlo, per farsene un’idea critica, per sapere come rispondere ad eventuali obiezioni e anche per completare il quadro delle sue conoscenze. Sapevo di finanziare del «liquame», per usare la sua espressione, e ho anche avuto la tentazione di leggermelo tutto «a sbafo» in una libreria fiorentina (laica) che lo esponeva. Ma alla fine ho ceduto, forse anche per una «mania» per i libri che ho sempre avuto. Ma questo c’entra poco con la sua domanda: può una libreria dichiaratamente cattolica vendere un libro del genere? Trovo ragioni per il «sì» e per il «no», il che mi induce ad essere prudente. E a mia volta le chiedo: un aperto boicottaggio del libro non finirebbe per accrescerne l’«appeal» anche tra i cattolici? E nei «lontani» non accrescerebbe l’idea che nella Chiesa c’è solo il marcio che Papa e vescovi vogliono tenere coperto? Piuttosto credo che il ruolo di una libreria cattolica non sia solo quello di «vendere», ma anche di aiutare a capire, a fare cultura. E allora forse sarebbe anche utile orientare i clienti, con valide recensioni.

Claudio Turrini