Lettere in redazione

La «Culla per la vita» funziona dal 2006

Toscanaoggi del 14 settembre, nella rubrica «i lettori ci scrivono», riporta la lettera del sig. Papini , sul tema della «ruota», e la sua susseguente risposta in merito alla collocazione di una «culla termica» nella zona posta al confine tra Firenze e Scandicci.

Come voi ben sapete, il Movimento per la vita fiorentino ha già realizzato in piazza San Remigio fin dal 2006 (esattamente dal 4 febbraio con una ufficiale inaugurazione e la partecipe presenza del card. Ennio Antonelli) la «Culla per la vita», per offrire alle mamme in disperate difficoltà la possibilità concreta di salvare la vita del proprio bambino. La «Culla», che ha già contribuito ad aiutare una mamma, testimonia che il Movimento per la Vita, che l’ha ideata e realizzata con le proprie forze, persegue non solo il fine di contrastare l’aborto ma essenzialmente quello di tutelare il diritto alla vita di ogni essere umano in tutte le fasi della sua esistenza.

La lettera del sig. Papini ci offre l’opportunità di rilanciare attraverso il settimanale il nostro appello ad una generale mobilitazione volta a diffondere sempre più capillarmente la conoscenza sui servizi a tutela della maternità presenti nel nostro territorio, compresa la nostra «culla» in piazza San Remigio e le informazioni che anche noi costantemente diamo sui servizi offerti dalle leggi italiane.

Angelo PassalevaPresidente del Movimento per la vita Fiorentino

Sono un abbonato come tanti (magari ce ne fossero di più) e scrivo in relazione alla lettera del sig. Papini di San Casciano circa la «ruota» pubblicata sul n. 33 del 21 settembre scorso. Premesso che condivido pienamente il commento della redazione («basterà anche una sola vita umana salvata…») mi chiedo se San Casciano è la civile cittadina che conosciamo o un borgo sperduto tra i monti. Da anni esistono associazioni, volontari, ecc. che diffondono propri messaggi richiamati nella lettera; questo anche in ambienti ospedalieri e «laici». Possibile che in loco nessuno abbia queste notizie? Materiali ed opuscoli illustrativi sono redatti in almeno 4-5 lingue e sono stati diffusi a migliaia. A Firenze poi, con la benedizione del Cardinale Antonelli fu inaugurata tempo fa una «culla» in piazza San Remigio. Precisazioni che mi sembrano doverose, anche volendo «glissare» il tragico argomento aborto.

Luigi BarilliFirenze

Pubblichiamo volentieri queste due precisazioni. In effetti il progetto curato dal Soroptimist e dalla Provincia di Firenze, pur con caratteristiche molto particolari (la «culla» verrà inserita in una struttura ospedaliera pubblica) non è il primo del genere. Nella stessa Firenze, ad esempio, come ci ricordano le due lettere, una «culla» è in funzione a San Remigio dal 4 febbraio 2006. Ma la prima in Italia – per la nostra epoca – risale addirittura al 1992, a Casale Monferrato. Se ne dovette occupare anche il Tribunale locale. Chiedendo l’archiviazione di un esposto, il magistrato affermò che questo servizio sociale di accoglienza dei neonati a rischio di abbandono «può rappresentare l’extrema ratio in condizioni di assoluta ignoranza e disperazione ed evitare la commissione di gravi reati, di cui talora tratta la cronaca quotidiana» (Sentenza n. 58/95 della Procura della Repubblica). Da un po’ di tempo il Movimento per la vita ha lanciato una campagna perché «culle» del genere vengano installate in ogni città italiana. Secondo il Ministero delle Pari Opportunità, ci sono in Italia, ogni anno, almeno 300 casi di donne che non vogliono o non possono partorire in ospedale o riconoscere il proprio figlio. In alcuni di queste situazioni la presenza della versione moderna dell’antica ruota – che venne abolita ufficialmente nel 1923 con il “Regolamento generale per il servizio d’assistenza agli Esposti” del primo governo Mussolini – è una delle possibilità concrete per tutelare la vita.

Claudio Turrini