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Brexit: May attacca i parlamentari. «Il ritardo non è colpa mia». Oggi vola a Bruxelles per il summit Ue

Caos politico in Gran Bretagna per la Brexit. Ieri la premier Theresa May, si è rivolta agli inglesi attribuendo tutte le colpe ai parlamentari. Oggi è attesa a Bruxelles. Tusk, presidente del Consiglio europeo, ai 28 capi di Stato e di governo convocati per oggi a Bruxelles

«Un grande rammarico personale il ritardo sul Brexit». «Eppure la colpa non è mia, ma dei parlamentari che hanno rimandato l’approvazione del trattato che ho firmato con la Ue». Parla soltanto per pochi minuti la premier Theresa May, dall’interno di Downing street, e si rivolge alla nazione. A tutti i cittadini britannici che «sono stanchi di questo processo e vogliono che finisca prima possibile», dice. Il discorso di ieri sera lascia strascichi nella politica britannica e in quella europea: oggi la May è attesa a Bruxelles per il Consiglio europeo che deve decidere un eventuale slittamento del Brexit. «Sono dalla vostra parte e vi capisco», aggiunge verso i cittadini. «Capisco la vostra preoccupazione perché Brexit ha assorbito tutte le nostre energie e non sufficiente attenzione è stata dedicata ad altre cose importantissime come la sanità e le scuole», dice il primo ministro britannico. E poi mette il dito su quel conflitto costituzionale tra governo e parlamento che impedisce al processo di Brexit di arrivare a compimento. «I deputati hanno evitato di fare una scelta», dice la premier.

«Mozione dopo mozione e emendamento dopo emendamento hanno detto quello che non vogliono ma non hanno detto quello che vogliono». «Tocca a loro decidere, la prossima settimana, se vogliono finalmente approvare il mio accordo e accogliere l’offerta della Ue di un’estensione della Brexit». La premier spiega anche di non «avere alcuna intenzione di ritardare il Brexit oltre il 30 giugno». A Westminster, qualche ora prima, aveva accusato il parlamento di giocherellare col proprio ombelico, incapace di prendere decisioni.

«Oggi ho ricevuto una lettera dal primo ministro May, in cui si rivolge al Consiglio europeo con due richieste: approvare il cosiddetto accordo di Strasburgo tra il Regno Unito e la Commissione europea e estendere il periodo di Articolo 50 fino al 30 giugno 2019». Inizia così la lettera inviata da Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ai 28 capi di Stato e di governo convocati per oggi a Bruxelles. La riunione inizierà nel pomeriggio e si protrarrà fino a domani: all’ordine del giorno sono iscritti il Brexit (decisione per un eventuale rinvio del recesso del Regno Unito), il prossimo summit Ue-Cina, la situazione in Ucraina, il cambiamento climatico, il problema della «disinformazione» che minaccia la democrazia e mette in pericolo le elezioni di maggio. Il Consiglio europeo discuterà della situazione economica alla presenza del presidente Bce Draghi.