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Documentario “Francesco”: il Papa, “quello che dobbiamo fare è una legge sulle unioni civili”

“Quello che dobbiamo fare è una legge sulle unioni civili. In questo modo essi sono coperti legalmente”. Sono parole di Papa Francesco – in spagnolo sottotitolato in inglese -, contenute nel documentario “Francesco” di Evgeny Afineevsky, presentato ieri alla Festa del cinema di Roma. 

“Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia”, dice Francesco nel documentario, presentato nella sezione Eventi speciali: “Nessuno dovrebbe essere buttato fuori o reso infelice per questo”. Nel lungometraggio, che oggi sarà insignito, nei Giardini Vaticani, del Premio Kinéo, giunto alla 18ª edizione, il Papa interviene sul tema anche con una telefonata a una coppia di omosessuali italiani che gli avevano indirizzato una lettera. Andrea Rubera e Dario Di Gregorio, tre figli piccoli a carico avuti con la “gestazione per altri” in Canada, avevano chiesto al Papa come superare l’imbarazzo legato al loro desiderio di portare i figli in parrocchia alle lezioni di catechismo. “I bambini vanno accompagnati in parrocchia superando eventuali pregiudizi e vanno accolti come tutti gli altri”, la risposta di Francesco.

Il documentario contiene anche la testimonianza di Juan Carlos Cruz, vittima e attivista contro gli abusi sessuali, presente al Festival di Roma insieme al regista. “Quando ho incontrato Papa Francesco – commenta Cruz – ha detto quanto fosse dispiaciuto per quello che era successo. ‘Juan, è Dio che ti ha fatto gay e comunque ti ama. Dio ti ama e anche il Papa poi ti ama’” Queste le parole riferite dall’attivista. Nel corso del suo pontificato, il Papa si è più volte espresso sui gay e sulla loro condizione ricordando quanto afferma su questo tema il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Così come più volte il Papa ha preso le distanze da qualsiasi rischio di confusione tra matrimonio e unioni civili. “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”, ha spiegato ad esempio il 22 gennaio del 2016 alla Rota Romana, facendo riferimento al “percorso sinodale sul tema della famiglia”, in cui questa affermazione è stata ribadita. Ricevendo poi in udienza il Forum delle famiglie, il 16 giugno 2018, Papa Francesco ha abbandonato il testo scritto per parlare a braccio con i partecipanti. Il matrimonio “non è una lotteria”, ha esordito mettendo in guardia dalla “superficialità” sul “dono più grande che Dio ha dato all’umanità”. “Oggi – fa dolore dirlo – si parla di famiglie diversificate, di diversi tipi di famiglie”, il grido d’allarme di Francesco: “Sì, è vero che la parola famiglia è una parola analoga – spiega citando espressioni come ‘famiglia delle stelle, degli alberi, degli animali’ – ma la famiglia immagine di Dio, uomo e donna, è una sola”.

Perugini (Cnvf), “il regista russo racconta il Papa della misericordia e dell’inclusione”

“ Un’opera che, almeno per la costruzione della narrazione in capitoli, sembra ispirarsi al film del maestro Wim Wenders, il documentario ‘Pope Francis. A Man of his Words’ del 2018. In verità ‘Francesco’ del regista russo Evgeny Afineevsky compie una scelta precisa, puntuale: raccontare la figura del Papa venuto dalla fine del mondo che ha fatto della misericordia e dell’inclusione l’architrave del suo pontificato”. Lo dichiara Sergio Perugini, segretario della Commissione nazionale valutazione film della Cei (Cnvf), dopo la proiezione speciale del documentario “Francesco” di Evgeny Afineevsky alla 15ª Festa del Cinema di Roma. “Il documentario di Afineevsky – spiega Perugini al Sir – fa un ampio uso di materiale di repertorio, filmati provenienti dagli archivi di Vatican Media, cui affianca anche interviste inedite a tutto campo, fuori e dentro la Santa Sede. Con un efficace mix narrativo presenta l’impegno di Francesco a favore dei migranti, degli esuli, degli ultimi, dando spazio alle sfide poste dai problemi ambientali, dalla povertà o dal capitalismo dal volto disumano. Non tralascia il capitolo della lotta agli abusi sui minori nella Chiesa”.Nel complesso, conclude sempre il segretario della Cnvf, “ l’opera di Afineevsky è senza dubbio un buon prodotto, capace di tratteggiare il profilo di un pontefice che è proteso verso le periferie, nel dare ascolto alla comunità tutta, soprattutto agli ultimi e ai distanti. Un racconto che sulle prime appare didascalico, ma progressivamente trova una sua identità e intensità, regalando non poche emozioni. Tra i passaggi più belli, di certo quelli dedicati ai migranti, ai genocidi, alla memoria della Shoah e alla lotta agli abusi”.