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I francesi avvisano il governo Valls: no alle coppie gay

Migliaia di francesi sono scesi in piazza, ieri, per ribadire il loro no all'adozione per le coppie omosessuali. Ma resta il sotterfugio della procreazione all'estero e della successiva adozione in patria. Protesta anche per i tagli finanziari alle famiglie.

Ancora in piazza, ancora a Parigi, ancora in migliaia in difesa della famiglia e per il diritto del bambino ad avere una mamma e un papà. Ieri, la Manif pour Tous è tornata per dire no a tutti quei tentativi più o meno subdoli di ampliare la legge Toubira concedendo alle coppie gay la possibilità di accedere alle tecniche di pma e gpa per avere un figlio. Solo alcuni giorni fa il primo ministro Manuel Valls in un’intervista rilasciata al quotidiano cattolico «La Croix» ha rassicurato i francesi sul fatto che la legge Toubira non aprirà mai la filiazione alle coppie gay e che in Francia sarà sempre vietato alle coppie omosessuali l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (per le donne) e alla maternità surrogata o utero in affitto (per gli uomini). Ma le associazioni hanno deciso di scendere in piazza perché non solo non credono alla parole del primo ministro ma anche perché nei giorni scorsi una sentenza della Corte di Cassazione ha concesso a una donna di adottare il figlio della sua compagna avuto proprio grazie a una procreazione medicalmente assistita effettuata all’estero. Il timore quindi è che le coppie gay che desiderano un figlio, lo possano avere all’estero e poi adottare ufficialmente in Francia.

Sotto un cielo carico di pioggia, migliaia di persone ieri sono scese in piazza a Parigi e a Bordeaux. Nella capitale hanno cominciato a sfilare dalle 13 da Porte Dauphine per raggiungere Montparnasse. A Bordeaux l’appuntamento era in place des Quinconces, alle ore 14. Come sempre le cifre della partecipazione alla manifestazione sono difficili da quantificare. A Parigi la polizia parla di 70mila persone mentre gli organizzatori hanno scritto su un immenso «vidiwall» al centro della piazza la cifra 500.000. Mentre a Bordeaux parlano di 30mila persone. Per garantire la sicurezza della manifestazione ed evitare infiltrazioni, la prefettura ha impiegato a Parigi più di mille poliziotti. A loro, la Manif ha aggiunto 1.500 volontari di cui 750 incaricati solo ad assicurare che corteo e manifestazione si svolgessero nel modo più pacifico possibile. «Vogliamo – aveva detto Albéric Dumont, coordinatore  della Manif pour tous alla vigilia della manifestazione – che il nostro messaggio sia chiaro e le persone dai comportamenti dubbiosi siano immediatamente invitate a lasciare il corteo».

«La femme n’est pas une machine à bébé». «L’humain n’est pas une marchandise», «tous les trois jours, un bébé GPA est importé en France». Sono solo alcuni degli slogan usati dai manifestanti. Segno evidente che la questione del ricorso agli uteri in affitto ha convinto molta gente ieri a scendere in piazza. E in strada c’erano soprattutto le famiglie con molti bambini. Con molta probabilità ha influito anche l’annuncio dato la scorsa settimana dal governo di nuovi tagli alle prestazioni familiari, con la riduzione della durata del congedo parentale per le donne e la decisione di tagliare di due terzi la prestazione fino ad oggi concessa per la nascita del secondo figlio. Dopo l’annuncio del piano austerity del governo, la Confederazione Nazionale delle Associazioni familiari cattoliche (AFC) ha misurato la portata del malcontento. Nel sondaggio pubblicato in esclusiva sul quotidiano Le Figaro, il 60% degli intervistati francesi ritengono che i tagli potrebbero indurre i futuri genitori a rinviare una nuova nascita. Una cifra che sale al 75% nelle famiglie con bambini sotto i 3 anni. «Questa indagine conferma le nostre preoccupazioni sul calo della natalità», ha detto Jean-Marie Andres, presidente della associazioni cattoliche.

Tagli che hanno provocato anche il dissenso dei vescovi francesi. «In politica familiare – scrive in una nota il portavoce della Conferenza episcopale francese, mons. Bernard Podvin – nulla è casuale. Nessuna misura adottata è puramente tecnica. Qualsiasi decisione riflette la visione filosofica che il legislatore ha per promuovere la famiglia». Oltre ai tagli del governo, l’episcopato francese guarda il passaggio di «una mentalità e di una giurisprudenza eticamente preoccupante in materia di procreazione e gestazione».  «Come non reagire in maniera vigorosa?», chiede Podvin. «La cosiddetta famiglia ‘numerosa’  è il crogiolo di un altruismo inestimabile. I tagli di bilancio che interesseranno le famiglie non sono ammissibili. Ci sono molte altre aree in cui si possono effettuare. Dare la vita è ciò che di più grande esiste. E la famiglia è ciò che di più prezioso e fragile abbiamo».