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Kenya: attacco armato a Nairobi, rapita volontaria italiana

Una 23enne italiana, Silvia Costanza Romano, volontaria di una Ong, è stata rapita in Kenya durante un attacco armato in un centro commerciale a Chakama, nella regione costiera di Kilifi, a pochi chilometri a sud di Malindi. Era partita a novembre scorso come volontaria per progetti di sostegno all'infanzia.

La polizia kenyota ha confermato che la giovane italiana è una volontaria di Africa Milele Onlus, una Ong con sede a Fano, che opera nella zona. Durante l’assalto, avvenuto ieri sera intorno alle 20 ora locale, gli aggressori hanno sparato indiscriminatamente ferendo cinque persone, tutti giovani tra i quali solo versa in gravi condizioni. Non è ancora chiaro se gli assalitori sia appartenenti ad un gruppo criminale o militanti islamici accusati di aver già compiuto sequestri di stranieri nella regione.

È stato uno shock; nell’ultimo anno non si era verificato alcun episodio del genere e le aree dove Al Shabaab colpisce sono lontane anche 200 chilometri»: padre Alejandro Umul Chopox, da anni missionario nella regione di Malindi, parla con l’agenzia «Dire» dopo il sequestro di Silvia Costanza Romano. Secondo il religioso, collaboratore della Caritas locale, nella zona dove la volontaria è stata rapita non erano stati segnalati pericoli particolari e non erano per questo adottati protocolli di sicurezza rafforzati. «I cooperanti stranieri continuano a essere molti e lavorano in tutta la regione», sottolinea padre Alejandro. Che rispetto all’ipotesi, da verificare, di una responsabilità del gruppo islamista Al Shabaab, si limita a sottolineare: «Ha rivendicato agguati e attentati solo più a nord, nell’area costiera di Lamu, che si trova a circa 200 chilometri di distanza da qui, vicino al confine con la Somalia, oppure più all’interno, ad esempio a Garissa, dove nel 2015 durante il blitz nell’università furono uccisi 147 studenti».

«Stamattina abbiamo appreso la sconvolgente notizia relativa nostra studentessa Silvia Costanza Romano e il nostro pensiero è andato alla sua famiglia», ha detto Giorgia Matteucci, presidente della Ciels (Centro di intermediazione linguistica europea), l’Università privata di Milano dove la volontaria si è laureata lo scorso febbraio, dopo aver frequentato il corso di Mediazione linguistica per la sicurezza e difesa sociale. «Speriamo che questa tremenda situazione si risolva nel minor tempo possibile – auspica Matteucci -. Siamo vicini alla famiglia di Silvia. Nel frattempo ci stiamo organizzando per renderci disponibili a dare tutto l’aiuto possibile. Silvia è sempre stata una ragazza forte e determinata».