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Meeting Rimini: Kayyali (Aleppo), «in Siria 30000 bambini abbandonati»

Un progetto per dare un nome e un futuro ai «figli dell’Isis», circa 30 mila bambini abbandonati e che sono nati da donne in seguito a stupri e abusi, spesso commessi da miliziani dell’Isis. Il vicario apostolico latino di Aleppo, mons. George Abou Khazen chiede la fine delle sanzioni alla Siria.

Sono 30 mila in tutta la Siria e circa 8000 ad Aleppo i bambini abbandonati e che sono nati da donne in seguito a stupri e abusi, spesso commessi da miliziani dell’Isis. Si tratta di bambini, dai 2 ai 9-10 anni, non iscritti all’anagrafe e che, con le loro madri, non ricevono assistenza anzi vengono guardati con ostilità. A gettare luce su questo fenomeno, «in crescita perché la guerra non è finita», è stata la psicologa e psicoterapeuta siriana Binan Kayyali intervenuta oggi al Meeting di Rimini dove ha parlato del progetto «Un nome e un futuro», fortemente voluto dal vicario apostolico latino di Aleppo, mons. George Abou Khazen, dal padre francescano Firas Lutfi – entrambi presenti all’incontro riminese – e dal Muftì di Aleppo, Mahmoud Akam che è intervenuto in video dalla città siriana.

«Il progetto – ha spiegato la psicologa – intende venire incontro ai bisogni dei bambini e delle madri presenti nelle zone colpite. Ci siamo così trovati davanti a tanti piccoli senza nome e quindi senza un futuro, traumatizzati dalla guerra e dalla violenza. Attraverso l’arte, la musica, e sessioni di assistenza psicologica, cerchiamo di recuperare ad una vita più serena questi bambini che mostrano atteggiamenti aggressivi e tendenze al suicidio. Lo shock individuale del bambino ha riflessi anche collettivi. I loro drammi sono raccontati dai disegni che realizzano quando sono nei nostri centri di assistenza. Con loro vengono anche le madri che seguono percorsi paralleli di riabilitazione post-traumatica».

Il progetto messo in campo dai francescani e dal mufti di Aleppo, punta anche a far iscrivere i bambini all’anagrafe, «spesso le madri rinunciano a farlo per evitare scandali» e inserirli nelle scuole. A tale proposito è in discussione nel Parlamento siriano una legge, «non ancora approvata», che prevede tra le varie proposte «la registrazione dei figli con il nome della madre e la possibilità di dare in adozione il bambino anche se l’istituto dell’adozione non è consentito nella cultura islamica».

«La situazione ad Aleppo in questi ultimi tempi è peggiorata. Si bombardano i quartieri civili e ogni settimana si registrano vittime. Solo negli ultimi giorni sono morte 8 persone tra queste tre bambine e due donne. I bambini soffrono moltissimo per questa situazione. Dobbiamo restituire loro una vita per quanto possibile serena se non vogliamo che diventino i prossimi terroristi dell’Isis». Lo ha detto il vicario apostolico latino di Aleppo, mons. George Abou Khazen,  intervenendo a sostegno del progetto. La presenza del vicario a Rimini è stata anche l’occasione per fare il punto sulla guerra in Siria. Dal 30 aprile si combatte ad Idlib, roccaforte dell’opposizione, dove proseguono i bombardamenti degli aerei militari siriani. Si contano numerosi civili morti, 38 invece le vittime tra ribelli, jihadisti e militari del regime. «La situazione a Idlib – ha detto il vicario – è complessa con i turchi che hanno appoggiato le fazioni jihadiste dotandole di nuove armi molto sofisticate. La sofferenza cresce ogni giorno anche a causa delle sanzioni contro il Paese che pesano sulla popolazione che non ha, tra le varie cose, il gas da cucina, la benzina. La vita diventa sempre più cara a fronte di una popolazione sempre più povera». A proposito delle sanzioni mons. Abou Khazen ha rimproverato all’Europa di non averle rimosse e di sostenere i cosiddetti gruppi moderati ribelli. «L’Europa rimuova le sanzioni. Dall’Ue ci aspettavamo molto perché centinaia di migliaia di siriani hanno studiato in Europa e conoscono la cultura europea».