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TERRASANTA, VERTICE DI AQABA: GLI IMPEGNI DI SHARON E MAZEN

L’impegno del primo ministro israeliano Ariel Sharon a smantellare gli “insediamenti non autorizzati” e quello del premier palestinese Abu Mazen a fermare il terrorismo, pronunciati ieri durante il vertice di Aqaba (Giordania), hanno indotto il presidente statunitense George W. Bush a parlare di “importanti progressi verso la pace”, ma sulle reali intenzioni dei due Paesi di arrivare a un accordo restano ancora forti dubbi.

Sharon e Abu Mazen hanno accettato entrambi la visione prospettata da Bush, il 24 giugno 2002, di due Stati – Israele e la Palestina – che possano vivere in pace l’uno accanto all’altro, sicuri all’interno dei propri confini. In particolare il premier israeliano si è detto pronto a smantellare gli insediamenti abusivi, mentre quello palestinese ha dichiarato: “Noi condanniamo il terrorismo e facciamo appello a tutti i nostri partner in questa guerra per far sì che non venga data assistenza finanziaria a coloro che vogliono perpetrare atti terroristici”.

Ma a gettare una pesante ombra sui buoni propositi dei due leader politici sono subito arrivate le bellicose dichiarazioni degli estremisti di entrambi i fronti. Il movimento integralista Hamas a fatto sapere che “non abbandonerà la resistenza” contro l’occupazione israeliana dei Territori palestinesi. Altrettanto scoraggiante il commento del movimento dei coloni ebrei, che ha definito il vertice di Aqaba una “cerimonia umiliante, che premia il terrorismo arabo”.

A chiudere l’incontro, ospitato dal re di Giordania Abdallah II, è stato Bush, il quale ha ribadito che tra israeliani e palestinesi “la pace è possibile”. Nel suo discorso il capo di Stato Usa – ieri l’altro a Sharm el Sheikh per il vertice con i leader dei Paesi arabi e ieri a Aqaba, in una ‘volenterosa’ due-giorni di missione mediorientale – ha annunciato, tra le altre cose, che lascerà sul territorio una commissione di osservatori, in grande maggioranza americani, guidati dall’ambasciatore John Wolf. Sull’esito del vertice di ieri ha contato l’assenza di Yasser Arafat, leader palestinese a cui l’amministrazione repubblicana non ha mai dato fiducia, mentre è stata rilevante la presenza di Abu Mazen, con cui gli Usa non sembrano avere problemi a confrontarsi. Nonostante le dichiarazioni di intenti e i commenti positivi rilasciati da Bush e dagli altri leader politici, restano però molteplici incognite su questo che è il venticinquesimo tentativo di riportare la pace nella travagliata regione. Misna