Mondo

Tensione in Irlanda del Nord: mons. McKeown, «mai la pace può essere costruita con pistole e molotov»

Una giornalista di 29 anni, Lyra McKee, è morta in seguito ad alcuni scontri a Londonderry, in Irlanda del Nord. «Mai la pace può essere costruita con la morte e la violenza, le pistole e le molotov», commenta al Sir il vescovo di Derry mons. Donal McKeown.

Una giornalista di 29 anni, Lyra McKee, è morta in seguito ad alcuni scontri a Londonderry, in Irlanda del Nord. Secondo le prime informazioni, la reporter – che si trovava sul posto per seguire i disordini – sarebbe stata colpita da colpi d’arma da fuoco. La notizia, riportata da numerosi media britannici, è stata confermata anche dalla polizia che ha spiegato di aver aperto un’inchiesta e di star trattando l’episodio come «atto terroristico». In Irlanda del Nord torna dunque l’incubo terrorismo. A Londonderry alcuni mezzi della Polizia erano impegnati in perquisizioni e sono stati presi di mira da un gruppo di persone incappucciate che hanno lanciato bombe carta e pietre. Ne è nata una sparatoria durante la quale è morta la giornalista. L’attentato, secondo gli investigatori, sarebbe da collegare alle celebrazioni per la rivolta dell’aprile 1916, ricordata come la Pasqua di sangue, quando l’esercito inglese reagì con la violenza contro la dichiarazione di indipendenza dell’Irlanda del Nord.

Le indagini della Polizia sono rivolte verso un gruppo che si rifà alle ideologie dei terroristi dell’Ira e ritenuto responsabile del riacutizzarsi della violenza negli ultimi mesi. Non si esclude un riacutizzarsi delle tensioni legate alla vicenda Brexit.

«Mai la pace può essere costruita con la morte e la violenza, le pistole e le molotov». Raggiunto telefonicamente dal Sir, il vescovo di Derry mons. Donal McKeown pronuncia scandendole queste parole per commentare i disordini scoppiati ieri sera a Derry, nell’Irlanda del Nord, e la morte della giovane giornalista di 29 anni. «Sono qui – dice – con un gruppo di giornalisti e con il parroco della zona che è stato chiamato all’ospedale per dare l’estrema unzione a questa giovane donna e lui è sotto choc come è sotto choc tutta la città, colpita da questo incidente in questo giorno di Venerdì Santo».

E aggiunge: «C’è una profonda tristezza. Negli ultimi anni, questa città ha fatto enormi passi in avanti per quanto riguarda la stabilità, la pace, la speranza, il futuro e purtroppo oggi 21 anni dopo l’Accordo di Belfast del 1998, ci troviamo davanti a nuova tensione in mezzo a noi, a causa di persone che in mezzo alla nostra comunità credono che si può costruire la pace per mezzo di morte e violenza, pistole e molotov. È chiaro che con questi mezzi la pace non è mai possibile. C’è un profonda tristezza ma anche la certezza che solo insieme siamo in grado di affrontare anche questo dolore e creare  un futuro migliore per i nostri giovani che lo meritano».

Rivolgendo poi lo sguardo alla Settimana Santa, il vescovo afferma: «Vorrei dire che la Resurrezione è sempre possibile, nonostante la morte. La morte di una persona innocente non può portare a nessun esito positivo. La Resurrezione è la nostra speranza e questa città lo capisce. Capisce che la Resurrezione è sempre possibile, che la Grazie è sempre più forte del peccato e che in mezzo a questa tragedia, c’è sempre la speranza che il futuro possa essere diverso dal passato. Siamo il popolo della Resurrezione, non solo del Venerdì Santo. Soffriamo oggi ma andiamo avanti con la speranza per il futuro».