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Omosessuali, dubbi e perplessità sulla proposta di legge regionale

di Alberto MigoneIl Presidente Claudio Martini, intervenendo ai primi di agosto a Torre del Lago, ha dichiarato che la Giunta regionale, accogliendo la richiesta dell’Arcigay toscana, varerà – prima in Italia – una proposta di legge per i diritti degli omosessuali, allo scopo «non di concedere favori, ma di far cadere barriere di discriminazione».La Giunta ci sta lavorando, anche se nessuna proposta è stata ancora varata, anche perché – come ha dichiarato il vice-presidente Angelo Passaleva – «su una materia così complessa sarà necessario un approfondimento fatto con calma, senza intolleranze di alcun genere, nel pieno rispetto delle identità che uniscono la coalizione di centro-sinistra». Ogni valutazione in merito quindi è rimandata a quando la Giunta presenterà al Consiglio un testo definitivo. Qualche osservazione però fin d’ora è possibile (ed anche doverosa) proprio perché siamo in fase di elaborazione.Il testo che l’Arcigay ha presentato – e che finirà per essere la traccia su cui la Giunta si muoverà – è ampio, articolato, con richieste molto varie. Il punto di partenza – ampiamente condivisibile – richiama al superamento di ogni discriminazione e chiede che la Regione «riconosca e garantisca il diritto di ogni persona alla libera espressione e dichiarazione del proprio orientamento e/o identità sessuale».

In tema di diritti civili la nostra Costituzione è già molto esplicita (art. 3), anche se bisogna riconoscere che molto spesso i principi faticano a diventare mentalità e i pregiudizi restano, creando dolorose e ingiuste discriminazioni di fatto, che del resto non riguardano solo l’ambito sessuale.

Le norme che discendono da questo principio sono le più varie: alcune positive per la tutela della pari dignità e rispetto per ogni singola persona (per es. in materia di assistenza ospedaliera) altre lasciano forti dubbi: cosa vuol dire, in concreto, che la Regione deve «valorizzare le manifestazioni affettive»? Ed è opportuno che si intervenga in ambiti così personali? Ci sembra inoltre molto discutibile che si possano pensare «percorsi preferenziali» in favore di persone omosessuali e prevedere privilegi (lavoro – formazione – salute) per chi ha mutato identità sessuale. Fra l’altro tutto questo promuove e salvaguarda la dignità di queste persone?

Le perplessità però, più che su singole norme, attengono allo spirito che sembra sottendere. A nostro parere, infatti, si vuole affermare un principio: sui comportamenti sessuali non è possibile esprimere alcun giudizio di valore perché tutti si equivalgono. Si trasmette così, con l’autorevolezza che una legge finisce sempre con l’assumere, un messaggio fuorviante, soprattutto per le giovani generazioni che finisce tra l’altro per minare la concezione di famiglia così come la nostra Costituzione la delinea e la valorizza. Sono quindi in gioco valenze etiche per noi fondamentali.

Questi gli aspetti che dovrebbero emergere e animare il dibattito in Consiglio Regionale, un dibattito che ci auguriamo non condizionato da schemi ideologici, da alleanze politiche e da movimenti di pressione.

Diritti ai gay, Martini annuncia una legge regionale

Proposta di legge Arcigay toscana

Il sito dell’Arcigay toscano