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Appello: in B solo la Juve

di Alessandra Rotili

Tanto tuonò che piovve… si è lasciato scappare qualcuno. Anzi diluviò. Già perché quando la Corte d’appello riportava in A Lazio e Fiorentina, spediva il Milan nell’Europa delle stelle, e dimezzava l’handicap della Juventus, un’acquazzone ha spazzato via la strada dell’hotel romano trasformato in bunker, o meglio nel Pentagono, vista la presenza qualche piano più in alto del segretario di stato americano, Condoleeza Rice.

E anche la sentenza della Corte Federale spazza via la stangata che la Caf in primo grado aveva rifilato a quel calcio marcio, in cui illeciti gravissimi avevano portato all’alterazione di un intero campionato. Così diceva Francesco Saverio Borrelli nella relazione che inchiodava squadre e dirigenti all’illecito strutturato, lo stesso su cui aveva costruito la sua accusa il procuratore Stefano Palazzi.

Quel calcio da riformare che lo stesso commissario della Figc, Guido Rossi, aveva messo a nudo in tutta la sua gravità anche davanti al Parlamento. L’aria di perdonismo che si respirava nei giorni del dibattimento del processo di revisione ha avuto conferme: proprio colpo di spugna no, ma le sentenze (sportive) definitive hanno regalato sconti a tutti, soprattutto ai club.

La Lazio resta per un punto nella massima serie e partirà con 11 punti di penalità, la Fiorentina torna in Paradiso anche se sconta 19 punti di handicap. Il club bianconceleste paga per la gara con il Brescia, ma solo per la violazione dell’articolo 1, così come i viola, ‘sleali’ in riferimento alla partita con il Chievo. Di fatto la revisione del processo ha ribaltato l’impianto accusatorio, derubricando l’illecito sportivo (art. 6), in violazione del principio di probità. Quello per cui si erano battuto tutti: alla sola Juventus è stato riconosciuto di aver agito, organizzato il tutto, e per questo la sanzione doveva essere differenziata rispetto a chi, di certi comportamenti non proprio corretti, si è solo avvantaggiato.

A gradazione il Milan che partirà a meno otto, ma ha ottenuto ciò per cui il suo tridente difensivo più si era battuto: la Champions. Lo sconto da 44 a 30 punti di penalità nel campionato appena concluso permette ai rossoneri addirittura di volare in Europa, passando dalla porta dei preliminari.

La mano, decisamente più leggera rispetto ai giudici di “prime cure”, è rimasta pesante solo nei confronti dei dirigenti: condanne confermate per Luciano Moggi e Antonio Giraudo, appesantite per Innocenzo Mazzini e Pierluigi Pairetto, gli unici a uscire con le ossa ancora più rotte rispetto alla prima sentenza.

Pena limata per Massimo De Santis, proscioglimento pieno per l’altro arbitro finito nello scandalo, Paolo Dondarini (Paparesta, coinvolto per l’omessa denuncia dell’episodio dello spogliatoio di Reggina-Juve, si vede confermati i tre mesi di stop). Sconto anche per Adriano Galliani, Claudio Lotito e Diego Della Valle e anche per il ‘precario’, la ‘figura marginale’, quel povero Leonardo Meani a cui piaceva troppo chiacchierare con i vecchi amici di fischietto.

Chi esce pulito dalla bufera è Franco Carraro: l’ex presidente della Figc chiude la sua pagina più brutta con un ammenda e una diffida. Tutto qui. Insomma la Corte guidata da Sandulli, l’organo che aveva conservato la sua fisionomia originaria (a parte l’autospensione di Pasquale De Lise), ha voluto punire solo quel malcostume, reiterato e di certo censurabile, quella vocazione alla chiacchiera a volte pure boccaccesca che aveva permeato dirigenti e squadre.

Ma il professore che in quattro giorni ha ripescato dalle tenebre almeno due squadre e riportato nell’Europa che conta il Milan, non ci sta a sentir parlare di ribaltone. “Abbiamo mantenuto l’impianto del primo grado – replica Sandulli – non abbiamo sconfessato nessuno. Dovevamo restituire un equilibrio alle sanzioni. Il calcio ne esce benissimo e poi la credibilità l’ha riconquistata con il mondiale vinto”.

Di cupola non parla, dice che qualcosa è esistito: e questo lo dimostrano comunque le penalizzazioni e la retrocessione di una società, la Juventus, che comunque l’onta della serie B non l’aveva mai conosciuta in oltre cento anni di storia. Le motivazioni verranno depositate il 10 agosto, ma certo le sentenze fanno discutere e molto.

“Prima di criticarle bisogna leggerle, e allora tutto sarà più chiaro” dice Sandulli prima di lasciare l’hotel-bunker. Di certo i tifosi che aspettavano con ansia il giorno del verdetto tirano un sospiro di sollievo. Eppure gli sconti non sembrano accontentare i ‘condannati’ che annunciano di voler proseguire la battaglia: passaggio obbligato alla camera di conciliazione del Coni e poi il Tar, per la giustizia definitiva.

Si spengono le luci. Per ora: domani l’ufficio presieduto da Borrelli riprende le sue audizioni (in programma gli arbitri Pieri e De Marco, i guardalinee Niccolai, Rossomando e Papi, tutti iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Napoli). Il secondo filone della stessa inchiesta, quella che vede coinvolta anche la Reggina. Si salvi chi può.