Toscana

ABORTO: CAMPAGNA REGIONE RIDURRE RICORSO IGV TRA STRANIERE

La Giunta regionale della Toscana, su proposta dell’assessore alla salute Enrico Rossi, ha messo a punto e approvato nella sua ultima seduta linee guida operative che riguardano le “buone pratiche” da adottare in tutte le Asl “per facilitare l’accesso alle informazioni e ai percorsi di prevenzione e ridurre il ricorso all’interruzione di gravidanza da parte delle donne migranti”, il tutto, si spiega, nel pieno rispetto del dettato della legge 194. La campagna parte dalla constatazione che negli ultimi anni il ricorso all’ivg tra le donne che vivono in Toscana è diminuito nelle italiane mentre aumenta in quelle straniere. Nel 2001 le interruzioni volontarie di gravidanza erano state 8186, di cui il 77% di donne italiane, il 22,4% di donne straniere. Nel 2006 invece su 8878 interruzioni il 62,6% è stato effettuato su donne italiane, il 37% su straniere. Un dato, si spiega in una nota della Regione, su cui riflettere, pur tenendo conto che nello stesso periodo il numero dei concepimenti tra le donne straniere è quasi raddoppiato (da 5767 del 2001 a 10.213 del 2006). La pratica quotidiana dei servizi consultoriali inoltre mette in evidenza che il fenomeno del ricorso ripetuto all’interruzione di gravidanza da parte della stessa donna è soprattutto o quasi esclusivamente riferito alle straniere. La “buona pratica” da diffondere a livello regionale è stata messa in atto dalla Asl 10, nel servizio di day surgery dell’Iot di Firenze, dove vengono effettuate la quasi totalità delle interruzioni di gravidanza nell’ambito della stessa azienda. Al momento dell’accettazione dell’Ivg presso il reparto viene prenotata dalle ostetriche una visita per Ivg tramite Cup a tutte le donne che si presentano per l’aborto. La visita è gratuita e viene presentata come il momento conclusivo del percorso chirurgico. Durante le visite sono presenti il ginecologo e l’ostetrica per permettere, oltre alla visita medica, una appropriata informazione ed educazione sanitaria sui metodi anticoncezionali e vengono consegnati materiali informativi in più lingue. Di materiali multilingue il Servizio sanitario della Toscana si è da tempo dotato nell’ambito del progetto “Mum health”. La delibera prevede anche lo sviluppo di attività di mediazione culturale. I piani formativi aziendali infine prevederanno tra il 2008 e il 2010 specifici percorsi per gli operatori socio-sanitari impegnati in questo campo.(ANSA).