Toscana

AIUTO ALLO SVILUPPO: SANTA SEDE APPOGGIA PROPOSTA BRITANNICA

“Se gli aiuti allo sviluppo procederanno a questo ritmo nel 2015 non verranno raggiunti gli obiettivi del millennio. La mortalità infantile in Africa, ad esempio, diminuirà solo nel 2165”. A lanciare l’allarme, e a farsi quindi promotore di una innovativa proposta, è il ministro del tesoro inglese Gordon Brown, che ha partecipato oggi al seminario internazionale su “Povertà e globalizzazione: la finanza per lo sviluppo, inclusa negli obiettivi dello sviluppo del millennio” organizzato dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Con questo evento la Santa Sede vuole dare il suo appoggio alla nuova proposta di finanziamento ‘International Finance Facility’ (Iff), l’iniziativa britannica che ha lo scopo di raccogliere risorse per realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015, grazie all’emissione di obbligazioni sul mercato internazionale dei capitali. Al seminario partecipano esponenti delle Nazioni Unite, della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale oltre a rappresentanti di governi, di organizzazioni non governative cattoliche e di Chiese locali. Citando alcune cifre della povertà (2 milioni di persone affette da tubercolosi, un milione da malaria e 40 milioni malati di Aids) Brown ha posto l’accento sulla necessità di aiutare lo sviluppo dei Paesi poveri soprattutto nell’ambito dell’educazione, della sanità, della difesa dell’ambiente e per la cancellazione del debito estero. “Il 2005 è un anno cruciale per realizzare gli obiettivi del millennio – ha detto – e tra essi la lotta all’analfabetismo, alla mortalità infantile e altre patologie”. La proposta britannica – che sarà a tempo determinato (dieci anni) – non vuole introdurre nuovi meccanismi o sostituire organizzazioni come la Banca mondiale e il Fondo monetario, né i patti bilaterali tra i Paesi, ha precisato Brown, “ma solo aumentare i fondi per lo sviluppo e trasferire maggiori risorse possibili verso i Paesi più poveri. Per questo abbiamo bisogno del sostegno della Chiesa, per invitare il maggior numero di Paesi”. All’Iff hanno già aderito una cinquantina di Paesi, “ma ci auguriamo possano parteciparvi anche i più ricchi e potenti, ad esempio gli Stati Uniti”, ha detto il cardinale Renato Martino, presidente della Commissione Giustizia e Pace: “Un relatore statunitense ci ha spiegato che gli americani pensano che il proprio governo destini più soldi per i Paesi poveri che per la loro salute. Ma questa è una opinione molto errata”. “L’idea e la determinazione della Santa Sede – ha spiegato il cardinale Martino – è di appoggiare questa proposta attraverso la convocazione di convegni e incoraggiando la comunità internazionale ad impegnarsi in proposito. Anche se nei Paesi poveri ci sono una miriade di iniziative dei cattolici, tutto questo non basta per raggiungere gli obiettivi del millennio. E’ necessario che i governi si decidano a fare qualcosa di solido. E’ inammissibile che i Paesi poveri debbano attendere secoli prima di potersi risollevare dalla situazione di sottosviluppo e povertà”. Il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster, ha fatto notare, ad esempio, “che tutti i morti in Africa di questi ultimi anni a causa di malattie e guerre superano la popolazione dell’Olanda”. A fine giornata, dopo una seduta pomeridiana presieduta dal cardinale di Tegucigalpa, Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, verrà quindi varata una “Coalizione per il finanziamento allo sviluppo”. Sir