Toscana

CAMP DARBY: FORZE ARMATE USA ANNUNCIANO 86 LICENZIAMENTI

Le forze armate statunitensi hanno annunciato 86 licenziamenti nella base americana di Camp Darby (Pisa). Lo rende noto il sindacato Cisl riferendo dell’esito di una riunione avvenuta oggi a Montecatini dove il Jcpc (Joint Civilian Personnel Committee), organismo interforze Usa a cui sono demandate le relazioni industriali, ha messo al corrente i sindacati delle decisioni dei vertici militari Usa.

La riduzione coinvolgerà circa il 15% della forza lavoro italiana nella base e interesserà quasi esclusivamente i dipendenti del Reparto manutenzione mezzi tattici da combattimento. I licenziamenti scatteranno dall’estate del 2006. La Cisl ha anche riferito che, secondo gli esponenti del Jcpc, «i licenziamenti sono la conseguenza di una riduzione dei fondi destinati a Camp Darby, tagli che non interessano solo la base militare ma anche altre basi europee in Germania, nel Regno Unito e forse anche in Spagna».

«La notizia era nell’aria dalla metà di luglio ma ora è ufficiale – ha commentato Antonio Bacci di Cisl-Fisascat e coordinatore nazionale della Cisl dei civili dipendenti delle basi Usa in Italia – Se le cose non cambieranno, 86 famiglie conosceranno l’amara realtà della disoccupazione». Bacci ha ricostruito le fasi della trattativa. «Durante l’incontro, che ha visto anche momenti di forte tensione, i sindacati hanno chiesto il blocco immediato del turn over, dei contratti a termine e l’apertura di un confronto a livello locale». Una riduzione di personale di questa portata non si vedeva a Camp Darby da oltre 10 anni, quando fu riorganizzato il Reparto manutenzione impianti e strutture. In quel caso, i sindacati riuscirono a ricollocare moltissime persone in posizioni all’interno degli organici della base. Ma oggi, ha spiegato Bacci, la situazione è totalmente diversa e la soluzione sarà assai più problematica. Nei prossimi giorni è prevista un’assemblea di tutto il personale italiano per analizzare la situazione e decidere il da farsi.

«Sul destino di Camp Darby – conclude Bacci – abbiamo sentito molte voci. Ma in questa ridda di dichiarazioni non abbiamo colto, fino ad ora, alcuna preoccupazione per l’avvenire dei dipendenti. Sarà bene, invece, concentrarsi sul loro destino».(ANSA