Toscana

Emergenza-urgenza, il volontariato toscano promuoverà un tavolo per affrontare il nodo riforma

E’ l’impegno preso dai presidenti regionali di Anpas, Dimitri Bettini e Misericordie, Alberto Corsinovi e dal direttore del comitato regionale CRI, Pasquale Morano, ieri a Firenze al termine di un primo incontro a cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Toscana, associazioni sindacali e di ordini professionali, rappresentanti dell’Anci e dell’assessorato regionale alla salute.

“Entro i primo dieci giorni di settembre – hanno detto i tre al termine del dibattito che ha animato la mattinata – vorremmo fare un incontro più specifico, con tutti coloro che devono e possono dire la loro su questo argomento, per fare chiarezza ed entrare nel merito del riassetto del comparto dell’emergenza-urgenza, del quale le nostre organizzazioni, con oltre 600 postazioni sparse in ogni angolo della regione, costituiscono la parte preponderante.” Lo confermano i numeri: la notte scorsa – è stato l’esempio fatto durante il dibattito – nella provincia di Firenze per l’emergenza-urgenza erano attivi 14 operatori della sanità pubblica e 183 volontari.

Anpas, Croce Rossa e Misericordie hanno rilevato come negli ultimi mesi si sia sviluppato un dibattito a mezzo stampa spesso fuorviante, polarizzato su un presunto rischio di privatizzazione del servizio, quando invece il tema dovrebbe essere come si aggiorna il sistema per mantenere quell’eccellenza riconosciuta a livello nazionale che la Toscana può vantare in questo ambito e che trae origine, storicamente, proprio dall’impegno e dalla presenza del volontariato.

“Non vogliamo essere i soli attori del sistema, serve rilanciare la rete e le sinergie fra istituzioni tutte, professioni sanitarie e volontariato. Il dibattito di stamani ci sembra abbia sortito l’effetto desiderato, ovvero fare chiarezza e mettere in campo proposte in un’ottica di efficientamento del servizio di emergenza-urgenza – hanno aggiunto Bettini, Morano e Corsinovi –. Qualora il Pubblico ne fosse in grado e maturasse la volontà di occuparsi da solo del sistema noi potremmo svilupparci in altri ambiti come del resto già facciamo (protezione civile, sociale, socio-sanitario etc.), non è questo il nostro problema. Ma finché ci siamo vogliamo dire la nostra nel dibattito su una riforma che, per quanto ci riguarda, deve avere al centro solo l’interesse del cittadino; senza che nessuno ci tiri per la giacca o ci attribuisca intenzioni che non abbiamo.”