Toscana

Famiglie a rischio usura, i pericoli in uno spettacolo

di Ennio Cicali

Famiglie a rischio usura, spesso le cause di sovraindebitamento sono da ricercare in situazioni famigliari difficili che provocano spese impreviste: malattie, morte di un famigliare, spese giudiziali. Altre volte si tratta di artigiani o piccole aziende alle prese con spese impreviste. Moltissimi casi di situazioni difficili sono legati alla «pressione sociale al consumo» e il «mantenimento o il raggiungimento di uno status sociale molto alto». Per risolvere il problema si vendono beni personali, oppure si chiedono prestiti a parenti e amici. Poi il cerchio si allarga e non resta che ricorrere all’usura. «Per quanto riguarda il problema dell’usura, anche se non c’é confronto con la situazione nel meridione, rispetto ad altre regioni possiamo dirci un pò privilegiati, ma la Toscana non è un’isola felice». Lo ha detto Lelio Grossi, presidente della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura, in occasione della presentazione del progetto regionale «Vivere a rate. Famiglie a rischio usura». «In Toscana – ha proseguito – l’usura non ha un carattere malavitoso, anche se sono stati riscontrati inserimenti malavitosi; ha un carattere che potremmo definire “classico”. L’usura è un problema nascosto, ma esiste».

«Dagli ultimi dati in nostro possesso – ha spiegato Grossi – è emerso che circa 1000 fra famiglie e piccole imprese si sono rivolte ai nostri 24 centri di ascolto regionali: alcune le abbiamo assistite con consulenze e, per oltre 170 casi, abbiamo garantito dei finanziamenti a banche convenzionate per un importo totale superiore a 9 milioni di euro». «Purtroppo – ha aggiunto – sono in calo le denunce, non solo per timore fisico di rivalsa, ma anche perché la gente è scoraggiata dai tempi lunghi per far valere i propri diritti: questo è un errore perché ci sono delle leggi che possono dare ampie possibilità». «Per evitare che il sovraindebitamento diventi un problema sociale – è la conclusione di Grossi – è necessario promuovere campagne per l’educazione all’uso responsabile del denaro». Si muove da questa premessa il progetto «Vivere a rate – Famiglie a rischio di usura» lanciato da Regione Toscana, con il patrocinio del ministero della Pubblica Istruzione, e curato dalla Compagnia Teatri d’Imbarco in collaborazione con Mediateca Regionale Toscana e con la stessa Fondazione antiusura, operativa dal 2005 su input delle Misericordie. Inserito nel progetto regionale di Teatro Sociale, «Vivere a rate» consiste in un pacchetto unico di proposte che sono state presentate a Firenze e successivamente in altre 20 località toscane dove la Fondazione antiusura è presente con i suoi Centri d’Ascolto (Arezzo, Borgo San Lorenzo, Bucine, Buti, Cascina, Empoli, Figline Valdarno, Massa, Montepulciano, Montevarchi, Pisa, Pistoia, Poggibonsi, Pontassieve, Pontedera, Prato, San Casciano in Val di Pesa, San Giovanni Valdarno, Santa Croce sull’Arno, Siena).

«Fra i risultati attesi -– sottolineano il vicepresidente della Regione Federico Gelli e l’assessore regionale alla cultura Paolo Cocchi – è ritenuto fondamentale quello legato alla promozione di una sempre maggiore cultura della legalità fra i giovani. Ma si tratta anche di rendere sensibili le famiglie sul tema del sovraindebitamento: frontiera allarmante perché sono sempre più numerose le persone, anche del ceto medio e anche in Toscana, che non riescono a far fronte ai debiti contratti». Nutrito il pacchetto delle forze, istituzionali e sociali, associate nel progetto: oltre alla Regione, le Province (Firenze, Pisa, Arezzo, Prato, Siena, Pistoia, Massa Carrara) e la Prefettura di Firenze ma anche soggetti del mondo scolastico (Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Università di Siena) e sociale (Libera, associazione Vittime di via dei Georgofili, Legacoop, Caritas, Arci, Fondo Etico e Sociale delle Piagge, Federconsumatori, Centro Documentazione cultura della Legalità). Fra gli sponsor anche il consorzio Toscana Costruttori, sindacati e – oltre a Banca Etica – anche una Banca di Credito Cooperativo: quella del Chianti Fiorentino.

Com’è nato «Vivere a rate»Il progetto «Vivere a rate» è nato nel camerino del teatro di Rifredi, dopo uno spettacolo, quando il pubblico si reca a complimentarsi con gli attori. «Gli spettatori mostravano un gran desiderio di parlare – spiega Nicola Zavagli, autore di “Un matrimonio quasi felice” – non solo dello spettacolo, ma anche di se stessi, della propria vita, di quasi confessare le proprie paure e ansie, quelle emerse dalla commedia, naturalmente, e collegate al denaro, ai debiti, a una vita a credito. Venivano fuori angosce da mutuo, stress da leasing, inganni di crediti al consumo, tassi zero, “compri oggi, paghi domani”. Di una vita segnata dal vivere in bilico sul filo di una fragilità economica sempre più diffusa». Il tour a giro per la Toscana si svolgerà entro dicembre e sarà caratterizzato dallo stesso programma già presentato a Firenze: il film («Vite strozzate» di Ricky Tognazzi con Luca Zingaretti e Sabrina Ferilli); il dibattito sul tema dei debiti familiari (con esperti di settore, vittime dell’usura, rappresentanti di istituti bancari, operatori locali dei Centri di ascolto antiusura messi in piedi dalle Misericordie); lo spettacolo teatrale («Un matrimonio quasi felice» di Nicola Zavagli con Beatrice Visibelli, Giovani Esposito e gli attori della compagnia Teatri d’Imbarco). Sarà anche diffuso gratuitamente il volume «Vita a credito» con materiale sulla prevenzione dell’usura e sull’educazione alla legalità. Le prossime tappe saranno a Empoli, il 1 marzo nel teatro Il Momento – Saloni della Misericordia; Arezzo il 14 e 15 marzo nel teatro Pietro Aretino; S. Casciano Val di Pesa il 19 e 20 marzo al teatro Niccolini – auditorium Banca del Chianti; Montevarchi il 28 e 29 marzo teatro S. Andrea Corsini; Pisa il 4 aprile, teatro Lux; Montepulciano l’8 e 9 aprile, teatro Poliziano. Prossimamente saranno comunicate le date degli altri spettacoli.