Toscana

Filigrane, giovani sempre protagonisti

di Simone Pitossi

Al lavoro per rendere i giovani protagonisti. Questo l’obiettivo di «Filigrane», il sistema che mette in rete le politiche giovanili della Regione. Al termine del secondo anno di lavoro e all’alba del terzo, abbiamo intervistato il responsabile Carlo Andorlini. «Il progetto Filigrane – spiega – nasce alla fine del 2008 grazie ad un’intuizione dell’allora assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori di investire sul tema dei giovani. Investire non solo le risorse finanziarie che arrivavano normalmente dal Ministero ma di dargli anche una cornice di riferimento culturale molto forte che sul tema della responsabilità e della comunità avesse le parole d’ordine in grado di contraddistinguere sia il processo politico della Regione sia il processo operativo di aiuto e di contributo alle tante associazioni giovanili e ai giovani della Toscana. Questo processo è iniziato strutturando delle linee guida e il gruppo scelto per dare forza a questo processo è stato quello del Cnv. Insomma, è partita come una scommessa coraggiosa».

Quali sono stati gli effetti?

«Innanzitutto la riattivazione della fiducia nella filiera istituzioni-giovani-associazioni. Tutto ciò grazie al soggetto mediatore, “Filigrane”, che ha avuto la capacità di ricucire situazioni di difficoltà e fragilità del sistema quali, appunto, la sfiducia dei giovani nelle istituzioni».

In che modo ci siete riusciti?

«Reinvestendo sui giovani, non creando uno spazio in più ma sottraendolo alle istituzioni e ad altri soggetti. Diminuendo anche la forza delle associazioni che, in Toscana, sono moltissime e fanno un ottimo lavoro ma qualche volta rappresentano una sorta di impedimento al giovane per essere direttamente impegnato e protagonista. Questo il lavoro sul versante “giovani”. Dal punto di vista del sistema abbiamo messo in ordine tutto il grande “lavorio” sulle politiche giovanili che la regione esprime grazie anche al suo associazionismo. Dal punto di vista culturale ha voluto dire avvicinare il protagonismo delle associazioni di ispirazione cattolica con l’altro grande protagonismo che arriva da ideali diversi. Insomma, mettere insieme l’Arci con l’Agesci, le parrocchie con le cooperative sociali è stata una sfida importante che ha prodotto ottimi risultati».

I rischi?

«È un percorso che non poteva bloccarsi, la preoccupazione che avevamo era che, la scorsa primavera, con il cambio ai vertici della Regione potessero cambiare anche le priorità. Invece, l’attuale amministrazione ha rafforzato l’impegno nel settore giovanile: il tema dei giovani sarà al centro dell’azione di governo del presidente Rossi. Questo dipende da due motivi. Innanzitutto perché il presidente ci crede e, in questo momento di grande crisi generale, investire sui giovani è un modo molto intelligente di governare. Il secondo motivo è che ha funzionato bene anche Filigrane. Lo sforzo dei giovani a conclusione del novembre del 2009 fu quello di elaborare un documento sui loro bisogni. Emergeva in particolare la necessità della partecipazione e della cittadinanza attiva. Temi che stanno venendo fuori anche come azioni di governo della Regione. Significa che le loro parole sono state ascoltate».

E il lavoro di quest’anno?

«In questo secondo anno che stiamo portando a conclusione, il supporto dato dal primo anno di sperimentazione è servito a rafforzare gli elementi che potevano essere migliorati. I risultati? Tanti gruppi giovanili che hanno vissuto il primo anno affiancati dalle associazioni, in questo secondo hanno ricevuto finanziamenti diretti. I giovani si sono sentiti poi inseriti a tal punto nel processo di Filigrane che, al di là dei finanziamenti, molti hanno contribuito ai progetti gratuitamente. E poi, cosa non scontata, il tavolo di lavoro dove siedono le associazioni che si occupano del mondo giovanile e non solo hanno continuato a lavorare. Infine, il lavoro con i testimonial. Abbiamo scelto un comico dissacratorio ma con una grande sensibilità umana, Paolo Ruffini, e un cantante conosciuto ma non famosissimo, Niccolò Fabi, che ha una capacità di passare attraverso la sua figura pubblica dei messaggi che anche noi cerchiamo di passare nella vita di tutti i giorni».

Le prospettive per il futuro?

«Questo processo di mediazione con i giovani e le associazioni giovanili e che si occupano di giovani rimarrà. Questo è l’elemento fondamentale. I finanziamenti dipendono anche dai rapporti con il Ministero: ma aldilà di questo, che le risorse siano di più o di meno di adesso saranno comunque condivise in questo rapporto con i giovani. E gli strumenti saranno quelli che abbiamo utilizzato fino ad oggi: la comunicazione diretta, la formazione condivisa, il miglioramento della progettazione. Tutti elementi che manterranno questo rapporto di mediazione alto».

La scheda

L’agorà virtuale. La connessione con i progetti è garantita in rete da un minisito istituzionale (www.regione.toscana.it/filigrane), un blog (www.giovani.intoscana.it) e la newsletter telematica.

Il camper di filigrane. Strumento di incontro, il camper gira la Toscana incontrando giovani, progetti, Istituzioni. Punta al contatto diretto, a conoscere problemi, prospettive, situazioni.

Le antenne territoriali. Giovani che sul territorio regionale operano all’interno del sistema per azioni di comunicazione, giornalismo di strada, redazione territoriale, ecc.

I Campi di «Filigrane». Esperienze residenziali di impegno sociale, sperimentazioni regionali di responsabilità nei confronti dei bisogni e delle necessità della Comunità dove i giovani provenienti da tutta la Toscana possono dire la loro e dare un contributo concreto. L’impegno per un periodo di tempo limitato, ma intenso è un modo efficace per far sentire i giovani  partecipi della propria comunità.

L’azione «Valori». Ogni progetto cofinanziato è accompagnato verso quegli obiettivi comuni a tutte le esperienze: sviluppo di comunità, responsabilità, corresponsabilità. Un modello in grado di affiancare i progetti, rispetto ai criteri quali: sviluppo di Comunità misurabile; rispondenza alla realizzazione di azioni di cittadinanza solidale (in termini di aderenza, rispondenza criteri, coinvolgimento, priorità); capacità del progetto di innescare connessioni in grado di produrre coesione sociale oltre il livello specificatamente giovanile; capacità del progetto nell’attivare protagonismo giovanile e responsabilità rispetto alla propria comunità di riferimento.

Le azioni sperimentali. Progetti territoriali sperimentali previsti in aree specifiche dove, attraverso la regia regionale e dello staff di «Filigrane» si realizzano progetti di rete tra una pluralità di attori e giovani, con l’obiettivo di promuovere processi di comunità e corresponsabilità. Lo scopo è di trovare un punto di incontro fra strutture formali e non formali che incidano sullo sviluppo di comunità del territorio di sperimentazione.

Gli workshop. A partire da proposte ed esigenze delle reti territoriali vengono organizzate giornate di lavoro (una per Provincia) per confrontarsi, approfondire e sperimentarsi nella costruzione di pratiche e metodologie di politica giovanile. Si tratta di eventi tematici di confronto, come ulteriore occasione di riflessione, scambio e approfondimento, da svolgersi su tutte le province e rivolti ad amministrazioni locali, agli operatori di progetti di Politica Giovanile, ma anche ai giovani e a tutta la cittadinanza interessata. Ogni workshop ha un tema dominante per un approfondimento culturale, sviluppare una rete di buone prassi, trasferire e connettere i risultati e le metodologie.

Dall’archivio:

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