Toscana

Giovani e lavoro, la speranza da ritrovare

Guiarda qui il video dell’intervista integrale a Fabio Franchi

Il tasso di disoccupazione giovanile italiano è davvero preoccupante, in rapporto è molto più alto rispetto al dato generale. Che cosa si è rotto nel rapporto tra giovani e lavoro?

«Si è rotto il ricambio generazionale senza ombra di dubbio. Anche le ultime riforme in tema di pensione hanno allungato la prospettiva di ricambio perché andiamo in pensione più tardi e questo ha generato una maggiore difficoltà dell’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani. Si è rotta anche la speranza di chi si diploma o si laurea e quindi una volta finiti gli studi di avere almeno una proposta di lavoro. I giovani in questo momento stanno soffrendo pesantamente questa difficoltà. Le maggiori uscite delle persone che stanno guardando all’estero come possibilità di lavoro ci dicono che in Italia ci vuole molta più attenzione ed ascolto alle richieste che arrivano dai nostri giovani».

E poi c’è lo scivolamento del lavoro, quando c’è, verso forme di precarietà sempre più estrema…

«Questo sta succedendo perché, ogni volta che c’è una crisi, i nostri governi hanno creato una riforma del mondo del lavoro. Non è questa la strada da seguire, non è così che agevoleremo l’ingresso dei giovani all’occupazione. La flessibilità era nata nel 1997 con lo spirito di dare possibilità esperienza nel mondo del lavoro. Poi si è trasformata da una flessibilità in ingresso ad una precarietà diffusa che non ha mai consentito la stabilizzazione del posto lavorativo. Oggi a livello di contratti di categoria e di leggi sono stati posti dei rimedi come la temporaneità per queste forme di occupazione».

In questo contesto di grave difficoltà si inserisce l’iniziativa della Cisl di Firenze e Prato per orientare i giovani al lavoro: quali risultati sperate di ottenere?«A livello di segreteria abbiamo fatto una riflessione soprattutto su quei giovani che stanno perdendo la speranza, i famosi “Neet” quelli che non studiano, non cercano lavoro e stanno rischiando di rimanere ai margini della società. Per questo abbiamo creato queste giornate formative di orientamento al lavoro: lo scopo è quello di riaprire un dialogo che li vuole far passare da un momento di disillusione a una fase di pro-attività. Per ritrovare la speranza sul fatto che il lavoro un giorno può arrivare».

Qual è la prima cosa che gli consigliate?

«Gli insegnamo a scrivere un curriculum. Sembra banale e scontato. Ma non è così. Molti pensano possa essere sufficiente un pre-stampato. Noi gli diciamo che il curriculum parla di loro perciò deve essere molto caratterizzato, personale e aggiornato. E poi, con delle simulazioni, gli facciamo vedere come si affrontare i colloqui di lavoro».

La reazione di chi partecipa?

«Arrivano con tanta rabbia addosso. Quando finisce la giornata escono con maggiore fiducia: hanno molti strumenti in più per ricominciare a cercare lavoro».

Ora facciamo un esempio pratico: se un giovane oggi cerca lavora in Toscana, qual è il metodo migliore per trovarlo?

«Il metodo migliore è che trovare un lavoro sia un lavoro. Questo è lo slogan che abbiamo voluto usare nei nostri corsi. È necessario essere attivi. I canali sono molti: i siti internet, le agenzie di somministrazione, i centri per l’impiego. In Toscana c’è una formazione professionale che è abbastanza avanzata. Purtroppo ancora oggi riscontriamo che il modo migliore per trovare lavoro spesso è il passaparola e la conoscenza di persone».

Tra le varie iniziative recenti c’è il programma europeo «Garanzia giovani»: cosa offre e quali i possibili sbocchi concreti?

«Il programma finanziato dalla Comunità Europea e dal Governo italiano è partito il 1 maggio scorso. Si rivolge ai giovani dai 15 ai 25 anni. È necessaria una registrazione al sito www.garanziagiovani.gov.it. Dopo di che i giovani saranno presi in carico e entro 4 mesi gli dovrebbe venire offerto una proposta: la ripresa degli studi scolastici se c’è stato un abbandono, un apprendistato, uno stage. Il nostro governo avrebbe intenzione di estendere il progetto fino ai 29 anni».