Toscana

Giustizia, nessun segnale di miglioramento

La legge delega sulla riforma dell’ordinamento giudiziario «anziché incidere in senso positivo sulla situazione di inefficienza» della giustizia penale, «determinerebbe un aggravamento della stessa». Lo ha detto il procuratore generale della Repubblica di Firenze, Giorgio Brignoli, nella sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario, puntando l’indice sui concorsi per l’avanzamento di carriera, col rischio di una minore produttività dei magistrati troppo impegnati nello studio, e sulla nuova organizzazione degli uffici dei pm. Ha quindi rilevato che il presupposto della terzietà del giudice, alla base della separazione delle carriere, esiste già nell’ordinamento attuale.

Il pg ha anche rimarcato la necessità di ampliare i termini della prescrizione dei reati: per alcune fattispecie penali, come i reati societari diventati contravvenzioni, l’estinzione per prescrizione rischia di diventare la regola. Brignoli ha proposto anche una «soluzione radicale”: rendere il regime nel penale omogeneo a quello della materia civile, secondo il quale il corso della prescrizione si arresta una volta iniziato il processo.

«È vero – ha spiegato Brignoli – che con tale riforma verrebbe a gravare sugli imputati l’onere della durata dei processi, ma è chiaro che senza interventi in profondità non si può ovviare in radice all’uso strumentale ed anzi abusivo delle garanzie apprestate dal codice». Secondo il pg le disfunzioni «innegabili» della giustizia sono «essenzialmente ricondubili alla durata non ragionevole dei processi». Le cause di ciò sono però da ricercarsi «nell’insufficienza dell’organico dei magistrati e del personale amministrativo, nell’irrazionale distribuzione dello stesso nel territorio nazionale, nel rito complesso che impone una serie di adempimenti non rispondenti ad effettive esigenze di garanzia, sia nel settore penale sia nel settore civile».

Cause che sono riscontrabili anche nel funzionamento della giustizia nel distretto della corte d’appello di Firenze. In particolare, per quanto riguarda l’insufficiente consistenza degli organici e la mancata copertura dei posti vacanti per i magistrati, il pg ha segnalato la situazione di particolare difficoltà della corte d’appello e quella della procura e del tribunale di Prato, dove ogni giudice civile gestisce un ruolo di oltre 1.000 cause, oltre ai problemi per il personale amministrativo. Difficoltà inoltre per le strutture, specie per tribunale e procura di Firenze e per il tribunale dei minori del capoluogo toscano.

Sulla durata dei processi penali, il pg ha rilevato che i riti alternativi non hanno prodotto il miglioramento sperato: solo il 5,23% dei 20.734 procedimenti è stato definito con il giudizio abbreviato (dato comunquen in crescita), mentre se è elevato il numero di quelli chiusi con decreto penale, pari al 27,96%; il fatto che a tale rito non si possa ricorrere davanti al giudice di pace, non consente a queste disposizioni di spiegare tutta la loro efficacia deflativa. Col patteggiamento risultano definiti il 10,17% dei procedimenti.

Modesto infine viene definito l’alleggerimento collegato alla competenza penale del giudice di pace. Per il settore civile, la pendenza davanti ai tribunali, al 1 luglio 2003, era di 63.344 cause di cognizione ordinaria (per lo più inadempimenti contrattuali e risarcimenti danni); ne sono state iscritte 35.165, definite 33.964 e al 30 giugno 2004 erano 64.545 quelle pendenti. La durata media dei procedimenti è di 1.122 giorni per le controversie ordinarie.

Brignoli non ritiene che il processo civile riformato consenta «un’apprezzabile accelerazione dell’iter dello stesso». Complessivamente positiva la valutazione dell’attività dei giudici di pace: nel distretto erano pendenti, al 1 luglio 2003, 23.697 cause di cognizione ordinaria, ne sono state iscritte 28.518, definite 26.056, con una pendenza al 30 giugno scorso di 26.159.

In particolare poi è stato definito notevole il numero delle cause di lavoro – quasi 5.600 quelle iscritte – con tempi di definizione non così contenuti. Il pg ha poi definito preoccupante il fenomeno della morosità nelle cause di locazione, causa gli affitti cari e l’aumento del costo della vita. In aumento le cause di separazione e divorzi. In continua crescita infine le domande di adozione, in prevalenza internazionali. (ANSA)