Toscana

INDONESIA, FORTE SCOSSA DI TERREMOTO; VITTIME A NIAS E MIGLIAIA IN FUGA SULLE COLLINE

Una scossa sismica che è durata tre lunghi minuti e ha sfiorato a quanto pare gli 8 gradi e mezzo della scala Richter ha colpito l’Indonesia verso le 18 ora italiana. il sisma – valutato tra gli 8,2 e gli 8,5 gradi della scala Richter – avrebbe un epicentro anche sottomarino a circa 200 chilometri da Sibolga, cioè piuttosto vicino al punto in cui si produssero il terremoto e lo tsunami del 26 dicembre scorso. Per questo è stato subito lanciato un allarme tsunami.

Sono almeno 6000 le persone che sono corse a rifugiarsi sulle colline circostanti Gunungsitoli – capoluogo dell’isola indonesiana di Nias, l’area più colpita dal terremoto nel timore di un nuovo maremoto che per il momento sembra scongiurato. Lo riferiscono fonti della MISNA contattate telefonicamente poco fa sull’isola, le quali precisano che, nonostante l’allarme tsunami sembri essere definitivamente rientrato, la situazione sull’isola resta grave.

Secondo notizie per ora non confermate, la maggior parte delle abitazioni, forse 2/3 o più, sarebbero state distrutte dal terremoto in tutta l’isola di Nias o in alcune sue zone. Sarebbe stato solo il sisma – con epicentro calcolato a 30, forse 40 chilometri sotto il fondale marino proprio nei pressi di Nias – a provocare i danni e le vittime sul cui numero, che sembra nell’ordine di alcune dozzine, non sono per ora disponibili cifre di qualche attendibilità.

“Posso confermare la morte di almeno tre persone nella zona meridionale della città verso l’aeroporto, ma temo che il bilancio del terremoto sarà molto superiore” spiega alla MISNA un missionario. Secondo le informazioni raccolte da varie fonti presenti sull’isola, moltissime case (fortunatamente poche sarebbero le costruzioni in muratura) sono state distrutte dal forte sisma che avrebbe, comunque, fatto crollare anche alcune costruzioni in mattoni e cemento. “Pare che sia venuto giù anche il campanile della chiesa di Gunungsitoli. Io l’ho visto costruire e vi posso assicurare che è una struttura solida. Mi ricordo che quando lo stavamo costruendo scherzavamo sul fatto che solo la dinamite lo avrebbe potuto buttare giù. Se il campanile è crollato veramente vuol dire che la maggior parte di Nias è stata colpita duramente dal sisma” ha detto alla MISNA padre Vincenzo Baravalle, superiore provinciale per l’Indonesia dei missionari saveriani, contattato telefonicamente nella sua residenza di Padang. Secondo le informazioni raccolte, a Gunungsitoli sarebbero crollati anche una scuola e alcuni ponti, mentre un grande incendio è divampato nella zona dove si svolge il più grande mercato della città. Se il bilancio delle vittime appare ancora incerto, più fonti confermano l’altro numero di feriti tra la popolazione dell’isola. La maggior parte della gente, colta dal terremoto mentre si trovava a casa, avrebbe riportato lesioni alle gambe e alle braccia. Collocata proprio di fronte alla costa inesiana di Sibolga, Nias è la più grande di 131 isole che fanno parte della provincia di Utara; ha una superficie di 5625 chilometri quadrati e una popolazione di 650-700.000 persone, inclusi malesi, cinesi e Batak oltre gli autoctoni. Gunung Sitoli, la capitale è di solito collegata a Sibolga con un servizio quotidiano di ferry – che raggiunge altri centri abitati come Teluk Dalam e Lahewa – e costituisce il centro più sviluppato dell’isola, con la presenza di uffici amministrativi, bche e agenzie di viaggio e altre attività sviluppatesi soprattutto dopo il 1975 quando tre ‘pionieri’ australiani scoprirono l’isola come luogo ideale per il “surf”. (Fonte: Misna)